Donald Trump: vita, carriera e curiosità dell'ex Presidente USA | Investire.biz

Donald Trump: vita, carriera e curiosità dell'ex Presidente USA

11 set 2020 - 18:00

16 dic 2022 - 11:24

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Mancano meno di due mesi alle elezioni presidenziali USA. Ma chi è l'attuale Presidente americano? Cosa ha fatto nella vita? Ecco tutto quello che c'è da sapere

Mancano meno di due mesi a quello che da tutti gli osservatori internazionali è visto come uno dei momenti clou di questo 2020: le elezioni presidenziali USA. Nelle scorse settimane abbiamo visto i programmi elettorali dei due candidati: quello di Donald Trump e quello di Joe Biden.

Ma chi è Donald Trump? Cosa ha fatto nella vita prima di diventare Presidente degli Stati Uniti? Quali sono alcune curiosità che lo riguardano? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul magnate newyorchese attuale 45° presidente degli Stati Uniti d’America

Nato nel Queens a New York il 14 giugno 1946, Donald John Trump è un imprenditore, politico e personaggio televisivo statunitense. Dal 20 gennaio 2017 è il 45° presidente degli Stati Uniti d'America. Ecco la carriera e alcune curiosità sull’uomo alla guida della più potente nazione del mondo.
 

Donald Trump: origini e inizio della carriera imprenditoriale

La famiglia in cui nasce e cresce Donald Trump è di origini tedesche, soprattutto per via patrilineare. I suoi nonni paterni, Frederick Trump ed Elisabeth Christ, diventano cittadini degli Stati Uniti nel 1982, dopo essere emigrati nel 1885. Suo padre, un facoltoso imprenditore di New York, ha significativamente influenzato Donald Trump, tanto che anche il figlio decise di intraprendere una carriera nel medesimo settore.

Nel 1954, appena tredicenne, Trump viene iscritto dai genitori ad un'accademia militare: la New York Military Academy, presso la quale si distingue per il proprio valore, conquistando diversi riconoscimenti, come quello di capitano della squadra di baseball.

Dopo il passaggio dalla Fordham University alla Wharton School of the University of Pennsylvania, Trump ha lavorato allo stesso tempo nell'azienda paterna, la Elizabeth Trump & Son, di cui divenne socio dopo essersi laureato in Economia e Finanza nel 1968.

Solo tre anni più tardi rilevò in prima persona la gestione della compagnia, ribattezzandola Trump Organization. Da quel momento comincia ad occuparsi degli affitti di Brooklyn, del Queens e di Staten Island.

Nel 1971 Donald Trump si sposta a Manhattan e comincia ad interessarsi di grandi costruzioni. La prima grande opera è quella dell'antiquato "Penn Central", nel West Side, dove realizza il nuovissimo Grand Hyatt, che lo ha reso il più noto imprenditore edilizio della Grande Mela. Durante la sua carriera imprenditoriale ha fatto costruire torri, grattacieli, hotel, casinò, campi da golf e altro ancora in tutto il mondo.

Nel 1988 diventa il proprietario dello storico Hotel Plaza di New York, che mantiene per dieci anni. Da quel momento la Trump Organization diventa a tutti gli effetti un'importante società immobiliare del lusso.

Negli anni '80 i primi problemi: dopo un investimento sui casinò e in altre strutture alberghiere, esponendo il proprio nome e le sue garanzie economiche ben oltre il dovuto, nel 1989 -  a causa della recessione - Trump inizia a trovarsi in una serie di difficoltà finanziarie che si porta dietro per tutto il resto della sua carriera imprenditoriale.

Agli inizi degli anni ‘90 arrivano i problemi per il suo casinò Taj Mahal: attraverso i cosiddetti "bond spazzatura", con un tasso di interesse di 1 miliardo di dollari, Trump finanzia questo straordinario progetto. Ma nel 1991 l'impresa è sull'orlo del fallimento e Trump è costretto a cedere il 50% della proprietà del casinò agli obbligazionisti in cambio di una riduzione dei tassi di interesse e di un prolungamento per il rimborso.

Trump riesce a salvarsi dal fallimento, ma deve continuare con l'opera di ridimensionamento delle sue imprese, come quella del Trump Plaza Hotel che spartisce al 49% con Citibank e quella del Trump Shuttle, che invece perde definitivamente.

Negli anni 2000 l’imprenditore investe nei paesi arabi e diventa comproprietario del complesso "Palm Trump International Hotel and Tower", il quale sorge sulla centrale delle tre Isole delle Palme di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

Inoltre si apre ad altri business, come quello dell'energia e, dal 2006, diventa il più importante testimonial della multinazionale delle telecomunicazioni e dell'energia ACN Inc.

Investe anche nel wrestling e in televisione, portando sugli schermi un reality show prodotto interamente da lui dal titolo "The Apprentice". Altre iniziative finanziarie includono aerei, merci e royalties dai suoi due libri: “The Art of the Deal” e “Crippled America: How to Make America Great Again”.
 

Donald Trump: politica interna, economica ed estera 

Dagli anni 2000 Trump si interessa sempre di più alla politica. Dopo aver concorso senza successo alle primarie del Partito Riformista per le elezioni presidenziali del 2000, Trump aderì dapprima al Partito Democratico e poi al Partito Repubblicano.

Nel settembre 2008, nel corso della trasmissione televisiva della CNN chiamata "Larry King Live", ufficializza il suo appoggio al Senatore Repubblicano John McCain per le presidenziali (poi battuto da Barack Obama).

Nel 2016 prese parte alle primarie repubblicane in previsione delle elezioni presidenziali, ottenendo il maggior numero di delegati e diventando quindi il candidato del partito. Trump ha impostato la sua campagna elettorale su posizioni populiste, liberal-conservatrici e isolazioniste.

Smentendo gran parte delle previsioni della vigilia, ha vinto le elezioni presidenziali dell'8 novembre 2016, prevalendo sulla candidata del Partito Democratico Hillary Clinton e conseguendo la maggioranza del collegio elettorale che, il 19 dicembre 2016, lo ha nominato formalmente nuovo capo di Stato.

Dopo una delle gare presidenziali più controverse della storia statunitense, l’ascesa di Trump alla carica di presidente è stata considerata un rifiuto clamoroso della politica di establishment da parte della classe operaia americana.

Il 20 gennaio 2017, giorno della scadenza del secondo mandato di Barack Obama, Donald Trump entrò ufficialmente nella Casa Bianca come 45° presidente degli Stati Uniti d'America. Avendo già compiuto 70 anni, diventò il presidente più anziano entrato in carica dai tempi di Ronald Reagan, il quale era divenuto presidente a 69 anni.

Nei primi giorni della sua presidenza, Trump ha emanato una serie di ordini esecutivi per mantenere alcune delle promesse della sua campagna elettorale, così come diversi ordini volti a ridurre le politiche e i regolamenti che sono stati messi in atto durante l’amministrazione Obama.

In materia di politica interna, Trump si è focalizzato sul contrasto all’immigrazione proveniente dai Paesi centroamericani. In campagna elettorale ha più volte fatto riferimento alla volontà di dare carattere permanente al celebre “muro” al confine col Messico per il quale, tra 2018 e 2019, l’amministrazione è riuscita a trovare i fondi direttamente dal bilancio della sicurezza nazionale.

A questo si sono aggiunti diversi provvedimenti per il controllo dell’immigrazione regolare da Paesi ritenuti potenzialmente a rischio per il problema terrorismo. In materia di giustizia, Trump ha difeso il diritto al possesso delle armi e il mantenimento della pena di morte.

Per quanto riguarda la politica economica, la principale riforma varata nel corso del mandato è stata quella in campo fiscale del 2017, che ha offerto alle società e ai gruppi finanziari un enorme sconto in materia tributaria e, combinandosi con le politiche espansive della Fed e il rialzo delle Borse, ha innalzato enormemente i redditi delle fasce più ricche della popolazione.

Sul fronte del commercio con l’estero, Trump ha più volte utilizzato le armi dei dazi e delle tariffe per indurre al negoziato Paesi in relazione concorrenziale con Washington sul fronte economico.

Trump ha incassato da Messico e Canada il passaggio dal NAFTA all’accordo commerciale aggiornato UMSCA, si è scontrato sui dazi con la Germania e soprattutto con la Cina.

Per quanto riguarda la politica estera il presidente Trump si è sempre posto in polemica aperta con le scelte dei suoi predecessori in materia di interventismo in conflitti stranieri e di sovra estensione politica ma, allo stesso tempo, ha condotto un’agenda nazionalista che molto spesso ha portato gli Stati Uniti a atti di intervento diretto all’estero o al coinvolgimento in prima linea.

Sul fronte mediorientale Trump ha rilanciato l’asse con Israele e Arabia Saudita, ha individuato nell’Iran il rivale geopolitico numero uno e ha lavorato per dissolvere l’accordo sul nucleare firmato da Obama nel 2015, contrastando in prima linea Teheran.

Tra Russia ed Europa, Trump si è inizialmente mosso cercando il sostegno diplomatico di Vladimir Putin per arrivare al ricongiungimento politico con Mosca. Diverso, invece, l’approccio verso l’UE, ritenuta da Trump una organizzazione potenzialmente d’intralcio alla leadership europea nel Vecchio Continente.

Da qui il sostegno americano alla Brexit tra il 2017 e il 2020. Ma la grande rivale degli Stati Uniti è e rimarrà la Cina. La battaglia tra Pechino e Washington si è via via intensificata negli ultimi anni: rivalità commerciale, lotta tecnologica per il 5G e le infrastrutture digitali.
 

Russiagate

Il successo di Donald Trump durante le presidenziali del 2016 è stato accompagnato da accuse e supposizioni di aiuti da parte della Russia di Putin per favorire la sua vittoria. Sospetti che, a inizio 2017, sono sfociati nell’avvio da parte dell’FBI di un’indagine su questi rapporti che ha preso il nome di Russiagate.

Le indagini sono condotte dal procuratore speciale Robert Mueller e, tra i reati ipotizzati dalla stampa statunitense, si prefigurava la possibilità di riscontrare elementi incriminatrici dello spionaggio a favore di potenze estere o addirittura del tradimento.

In tutta la storia degli Stati Uniti, al momento solo due presidenti sono stati salvati una volta finiti sotto la procedura di impeachment dal Senato: Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. Tutti gli altri Presidenti invece si sono sempre dimessi prima, come fece Nixon il 9 agosto 1974 quando fu coinvolto nel caso Watergate.

 

Vita privata, curiosità e riconoscimenti

Nel 2016 la rivista Forbes lo ha indicato come seconda persona più potente al mondo, mentre il settimanale statunitense Time lo ha prescelto quale “persona dell'anno”.

Il 30 giugno 2019 diventa il primo presidente della storia degli Stati Uniti ad essere entrato in Corea del Nord. Il 18 dicembre 2019, dopo il sì della Camera dei rappresentanti, diventa il terzo presidente nella storia degli Stati Uniti ad essere messo ufficialmente sotto accusa, dopo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998.

Trump è un grande appassionato di wrestling e la sua amicizia con il proprietario della World Wrestling Entertainment lo ha portato ad ospitare alcune edizioni del WrestleMania nel suo Trump Plaza.

Nel 2013 è stato inoltre inserito nella WWE Hall of Fame, un riconoscimento per la passione che negli anni ha dimostrato a questo sport.

Un’altra curiosità è il suo amore per le cravatte Marinella, una passione condivisa con molti personaggi importanti. Donald Trump è conosciuto anche per le sue numerose apparizioni in show e film prodotti negli Stati Uniti (sempre nei panni di se stesso): nel 1998 appare nel film di Woody Allen, Celebrity, ma il pubblico americano lo conosce per il suo programma del 2004, The Apprentice, reality show dedicato agli aspiranti imprenditori.

Trump è conosciuto anche per la sua burrascosa vita sentimentale. Si sposa la prima volta nel 1977 con Ivana Zelnickova con la quale ha tre figli: Donald jr., Ivanka ed Eric.

Il matrimonio dura 15 anni, i due divorziano nel 1992 e l’anno successivo l’imprenditore sposa Marla Maples, madre di Tiffany. L’unione dura 6 anni e ne trascorrono altrettanti prima della terza e attuale moglie, Melania Knauss, dalla quale nel 2006 ha avuto il quinto figlio, Barron.

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