Mercati: non solo Covid, ecco i 5 principali rischi geopolitici | Investire.biz

Mercati: non solo Covid, ecco i 5 principali rischi geopolitici

20 ott 2020 - 07:15

06 dic 2022 - 09:28

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Oltre al Covid-19, vi sono 5 rischi che nei prossimi mesi potrebbero creare tensioni sui mercati. Vediamo quali

La pandemia di Coronavirus è sotto i riflettori dall’inizio dell’anno. I lockdown e la conseguente recessione che ha creato il Covid-19 sembra aver fatto dimenticare tutti gli altri fattori che potrebbero influenzare negativamente i mercati, che nell’ultimo periodo si sono mossi in base all’andamento dei contagi e soprattutto alle misure di stimolo che Governi e Banche centrali hanno messo sul tavolo.

Vi sono diversi elementi che potrebbero però tornare alla ribalta. Secondo Jean-Baptiste Berthon, Senior Cross-Asset Strategist di Lyxor, vi sono cinque fattori di natura geopolitica che potranno spegnere eventuali entusiasmi: guerra commerciale USA-Cina, Iran, Brexit, il sucessore di Angela Merkel e le tensioni tra Turchia e Grecia. Vediamo perché è importante tenere in considerazione gli sviluppo di questi temi.

La guerra commerciale USA-Cina e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti

Fino alla data delle elezioni presidenziali non ci dovrebbero essere ulteriori pressioni tra gli USA e la Cina. Questo in virtù del mantenimento dell’accordo di Fase 1. Una conferma di Donald Trump alla Casa Bianca non dovrebbe far allentare le tensioni, con l’America che dovrebbe continuare nella sua politica di sanzioni e controllo sulle esportazioni del settore tecnologico.

Dal canto suo, il Dragone continuerebbe ragionevolmente a replicare con misure simili. Una vittoria dello sfidante democratico Joe Biden invece dovrebbe far diminuire i conflitti in tema commerciale, ma non su quello dei regolamenti e le barriere all’accesso per gli investimenti (in particolare per antidumping e cambiamento climatico).

L’esperto di Lyxor ritiene inoltre come non sia verosimile attendersi una rimozione dei dazi in atto senza un compromesso. Berthon si aspetta una maggiore volatilità del 4° trimestre 2020 per quanto concerne i titoli del comparto tech di Cina e USA.

L’Iran e il nucleare

Jean-Baptiste Berthon mette in luce come tra novembre e gennaio l’Amministrazione Trump potrebbe incrementare la politica di pressioni all’Iran per rendere una marcia indietro di un possibile cambio di potere più difficoltosa. Un’eventuale vittoria di Biden avrebbe la possibilità di portare Teheran a una rinegoziazione degli accordi nel 2021, anche se vi è il rischio che eventuali pressione interne mettano difficoltà ad allentare le sanzioni in atto. “Il rischio geopolitico in Iran potrebbe aumentare a fine anno e attenuarsi in seguito. Inizialmente sosterrebbe i prezzi del petrolio e poi aggiungerebbe pressione, ma in modo modesto in entrambe le fasi”, sostiene l’analista.

La Brexit

Per Berthon lo scenario base della Brexit è il raggiungimento di un accordo all’ultimo minuto. Né il Regno Unito né l’Unione Europea vogliono infatti ulteriori shock oltre al Coronavirus e la Gran Bretagna deve comunque fare i conti con un’economia stagnante, con le tensioni con la Cina per la situazione di Hong Kong e con una fragilità della posizione negoziale con i principali partner commerciali.

L’esperto si attende un deal parziale entro novembre ma i negoziati potrebbero continuare anche dopo il 2021, anno in cui si potrebbero verificare nuove tensioni. Il clima di incertezza non favorirebbe di certo la Sterlina inglese, ma un rialzo più sostenibile più in là nel tempo dovrebbe essere sostenibile.

La successione di Angela Merkel

Prima delle elezioni generali del 2021, Angela Merkel si dimetterà. Le diatribe politiche interne mettono in discussione la posizione futura della Germania e, di conseguenza, vi sono numerose incertezza per l’Eurozona. Il problema principale deriva dal fatto che si rischia di rallentare ulteriormente il processo decisionale del Vecchio Continente, con conseguenti implicazioni per la reattività economica del blocco.

Le tensioni tra Grecia e Turchia

L’ultimo pericolo evidenziato da Berthon è quello relativo alle intenzioni della Turchia di continuare a modificare le rivendicazioni marittime perseguendo nell’esplorazione di petrolio e gas. Le conseguenti pressioni di Grecia, Cipro e Francia potrebbero portare l’UE ad adottare una serie di sanzioni, specie nel caso in cui venisse minacciato il blocco delle decisioni europee in cui è richiesta l’unanimità.

Le multe dovrebbero però essere moderate, in quanto Ankara potrebbe minacciare l’invio di migranti verso le coste europee. L’eventuale aggravarsi della situazione potrebbe arrivare a coinvolgere la UE, la Nato, gli Stati Uniti ma anche il Medio Oriente e l’Asia centrale.

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