Quasi tutti i certificati hanno una di scadenza prefissata, eccezion fatta per i così detti Certificati “Open End”, i quali non prevedono una data di scadenza.
Il trascorrere del tempo diventa così una variabile determinante per la maggioranza dei certificati. Gli investitori in opzioni pagano o ricevono una parte di premio anche in funzione della variabile tempo.
A seconda del tipo di certificato prescelto il tempo giocherà quindi un ruolo favorevole o penalizzante. Prendiamo un esempio: si consideri un Certificato Cash Collect con livello di barriera pari all’80%.
Supponendo che ad una settimana dalla data di scadenza, il sottostante si attesti al 60% del valore iniziale. Il certificato quoterà intorno al 60% del valore di emissione perché la probabilità che il sottostante torni al di sopra del livello di barriera sarà molto bassa.
Allo stesso modo, se il medesimo certificato avesse un orizzonte temporale di altri 3 anni , a parità di condizioni, quoterebbe ad un valore decisamente superiore perché la probabilità che il sottostante torni al di sopra del livello di barriera sarebbero superiori, anche solo in termini di tempo.