Investimenti: gli 8 rischi per i mercati emergenti nel 2021 | Investire.biz

Investimenti: gli 8 rischi per i mercati emergenti nel 2021

31 dic 2020 - 13:00

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I mercati emergenti hanno buone potenzialità di crescita nell'anno che sta per iniziare. Tuttavia ci sono ancora parecchie insidie che tormentano gli investitori. Eccole

I mercati emergenti potrebbero essere uno sbocco interessante per gli investitori nel 2021. Nel complesso l'economia dei Paesi in via di sviluppo rappresenta il 34% del PIL mondiale, che si significa in termini monetari un volume d'affari di 30.000 miliardi di dollari.

Probabilmente se sarà ripresa l'anno venturo lo sarà anche per loro, ma bisogna tenere in considerazione alcuni rischi specifici che li riguardano e che potrebbero condizionare la scelta se investire o meno in assets finanziari di quei territori.

 

Paesi Emergenti: gli 8 rischi per il 2021

Abbiamo individuato 8 tra i principali rischi che potranno colpire i Paesi emergenti l'anno prossimo in ottica di investimenti, come di seguito elencato:

  • Il ritardo nella distribuzione dei vaccini

Sui vaccini si è generato un grande entusiasmo intorno, proprio perché vengono visti concretamente come l'unica possibilità di superare in via definitiva questa pandemia che ha paralizzato ogni aspetto socio-economico della collettività.

In realtà vi potrebbe essere nei Paesi emergenti un problema di distribuzione più marcato rispetto ad altre Nazioni più sviluppate. È una questione non solo di organizzazioni, ma di risorse. Gli Stati più ricchi sono riusciti ad assicurarsi la gran parte delle dosi e dispongono di infrastrutture e competenze mediche all'avanguardia. I Paesi più poveri invece devono affidarsi ad organismi internazionali e la struttura interna di accoglimento del farmaco potrebbe manifestare più di una lacuna.

  • L'inflazione riprende a galoppare

L'inflazione è una minaccia sempre presente. La crisi pandemica ha spinto le Banche Centrali dei Paesi in via di sviluppo a tagliare il costo del denaro per sostenere l'economia, ma la ricrescita dei prezzi ha fatto capire che la cosa non può essere portata avanti a lungo senza generare grossi squilibri economici. Pertanto saranno via via più consistenti le pressioni attuate per un rialzo dei tassi che verosimilmente potrebbero bloccare la crescita economica.

  • Il debito pubblico fuori controllo

Il debito pubblico contratto per le spese antipandemiche rischia di andare fuori controllo. Alcuni Paesi come il Brasile che sono stati maggiormente devastati dal contagio, hanno speso fino all'8% del PIL per contrastare gli effetti del Covid-19.

La Turchia ha visto salire fino al 40% l'onere del debito, complice anche una crisi valutaria senza precedenti. E alcuni Stati come Colombia, Perù e Sudafrica hanno subito rivisitazioni del proprio merito creditizio dalle Agenzie di Rating.

Argentina ed Ecuador hanno brindato la ristrutturazione del debito con gli obbligazionisti, ma l'euforia è durata poco. Infatti appena dopo sono aumentate le speculazioni sulla discussa capacità di questi Paesi di affrontare la crisi economica senza patemi e ciò ha fatto lievitare il rendimento dei bond.

La preoccupazione che l'aumento del debito possa rallentare la ripresa economica di tutta l'America Latina è diventata ormai una realtà molto concreta e questo inevitabilmente frenerebbe gli investimenti e lo sviluppo. Lo Zambia invece è diventato il primo Paese insolvente in Africa durante la pandemia, a seguito del rifiuto da parte degli obbligazionisti di concedere un congelamento del pagamento degli interessi.

  • Una maggiore intolleranza dalla Casa Bianca

La vittoria di Joe Biden alle elezioni americane non è stata accolta in maniera troppo positiva da alcuni Stati. Ad esempio la Russia ha dovuto subire tensioni sul Rublo a causa di maggiori repressioni con la nuova Amministrazione alla Casa Bianca.

L'Iran avrà uno sgravio delle sanzioni nel 2021 a patto però di un disarmo riguardo il nucleare. Tempi duri saranno anche per il leader turco Erdogan e il re dell'Arabia Saudita Salman bin Abdulaziz, verso cui Biden ha usato espressioni abbastanza colorite.

  • L'affermazione della Cina

L'ascesa della Cina potrebbe esacerbare le tensioni geopolitiche con gli altri Stati Emergenti in virtù della crescente forza economica del Paese guidato da Xi Jinping. Il Dragone è stato l'unico a vedere avanzare la propria economia quest'anno e sicuramente sarà guida del rimbalzo dell'anno prossimo.

In aggiunta a questo, con Biden al comando in USA, probabilmente la belligeranza tra Cina e Stati Uniti sarà più ammorbidita su posizioni meno oltranziste e questo inevitabilmente agevolerà il cammino della Cina a consolidarsi come seconda potenza mondiale e a preparare il terreno per scalare il primato in classifica.

  • Le tensioni interne

Le turbolenze interne a vari Paesi potrebbero determinare un'instabilità che in questo periodo storico sarebbe meglio evitare. Eppure ci sono delle mine vaganti che non è facile disinnescare.

In Thailandia sono sempre più frequenti le manifestazioni per la democrazia, in Polonia crescono le proteste le regole sull'aborto, in Cile si sta trattando per riscrivere la Costituzione, mentre in Perù si sono scatenate le proteste di piazza dopo la cacciata del Presidente Martin Vizcarra. Miglior fortuna ha avuto il leader della Malesia, Muhyiddin Yassin, la cui posizione comunque rimane molto precaria.

  • L'incognita Turchia

I problemi della Lira turca e dell'inflazione sono due macigni per un Paese che negli ultimi tempi ha cambiato direzione. A novembre il Governatore della Banca Centrale turca è stato rimpiazzato e il nuovo arrivato ha ricevuto il benestare dal Governo ad aumentare i tassi fino al massimo in due anni.

Nel contempo Erdogan si è impegnato ad adottare misure di rilancio dal punto di vista fiscale. Il rischio però è che tutto ciò sia soltanto un fuoco di paglia. Per questo il mercato aspetta ulteriori conferme che non ci sia un ritorno al passato, quindi con la moneta che torna a svalutarsi e l'inflazione a galoppare.

  • Gli investimenti nella finanza etica

I Paesi emergenti sono stati tra quelli in cui gli investimenti legati a questioni ambientali, sociali e di governance sono andati meglio nel 2020. Per l'anno prossimo le cose dovrebbero ulteriormente migliorare grazie al grande impegno sia della Cina con il piano China Standard 2035, che degli USA con la Bidenomics.

Tuttavia le tensioni tra le due superpotenze potrebbero causare un rallentamento e quindi alterazioni dei mercati azionari e obbligazionari incentrati sugli ESG.

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