Quando si discute di Brexit si tende giustamente a considerare gli effetti macroeconomici che un evento di tale portata genererà in tutta l'Europa. Meno si parla in merito all'impatto che la separazione tra Londra e Bruxelles avrà sulle quotazioni degli assets sui mercati finanziari.
In verità il problema è molto reale. Quindi, a partire da lunedì 4 gennaio, quando apriranno le contrattazioni dopo le feste, ci sarà da aspettarsi un pandemonio? Di certo si assisterà al maggior trasferimento di azioni e derivati da 20 anni a questa parte, per il fatto che le piattaforme con sede a Londra racchiudono la gran parte delle transazioni azionarie nei 27 Paesi dell'Unione Europea.
Secondo i dati CBOE, l'equivalente monetario si aggira intorno agli 8,6 miliardi di euro al giorno e la massa di denaro nello spostamento potrebbe creare un'onda d'urto che non lascerà indifferenti gli investitori.
Borse: Brexit potrà alterare i prezzi delle contrattazioni
L'obiettivo di Bruxelles è quello di aumentare gli scambi in euro nelle principali Piazze finanziarie europee, come Francoforte, Parigi e Amsterdam, riducendo drasticamente la dipendenza dal mercato londinese.
L'impatto sicuramente creerà almeno all'inizio un'autentica spaccatura per ciò che concerne la competitività dei prezzi per gli operatori, con i volumi che potrebbero aumentare in maniera scomposta. C'è un precedente di uno shock simile e accadde a Francoforte nel 1998, quando le contrattazioni inerenti ai futures sui titoli di Stato tedeschi vennero spostati dalla piattaforma di scambio Liffe situata in territorio londinese. Questo fa crescere il sospetto che lunedì prossimo possa avvenire la stessa cosa.
Per Piazza Affari la situazione potrebbe essere molto complicata, visto che il 95% degli investitori istituzionali proviene dall'estero e la maggior parte ha sede a Londra. Ancora molte cose riguardo l'ambito finanziario non sono state del tutto definite dal deal su Brexit e il fatto desta più di una preoccupazione anche e soprattutto nelle Autorità che gestiscono il mercato.
Brexit: BoE potrebbe interrompere scambi swaps
Un aspetto molto controverso riguarda i derivati espressi in euro che sono negoziati in Gran Bretagna. Il trading di questi strumenti ormai ha raggiunto cifre di migliaia di miliardi, soprattutto per quanto riguarda gli swaps.
Su questo ha preso posizione la Bank of England, la quale ha fatto sapere nei giorni scorsi che 200 miliardi di transazioni in proposito potrebbero essere congelati. Questo perché le banche operative in Gran Bretagna e all'interno dell'Unione Europea dovranno operare nella propria giurisdizione o attraverso canali che sono stati approvati a New York. Ad ogni modo, se la stabilità finanziaria dovesse essere messa seriamente a repentaglio, il Governatore Andrew Bailey sarebbe pronto a intervenire garantendo la liquidità necessaria per rendere fluidi gli scambi.
Di certo, una volta che la situazione si sarà stabilizzata, dopo un impatto magari violento, ci saranno alcuni hub che verosimilmente trarranno vantaggio, come ad esempio quello di Francoforte che è sempre stato molto attivo nel segmento dei derivati.