Il meeting di politica monetaria della scorsa settimana è stato cruciale nel delineare la nuova strategia della BCE. con la Presidente Lagarde che ha cambiato atteggiamento. Pur con la solita prudenza che da tradizione contraddistingue Francoforte, l’autorità monetaria europea ha preso atto che l’inflazione non è un fattore temporaneo e che anzi, il rischio è quello di renderla un qualcosa di troppo sfuggevole per essere controllato. I prezzi delle materie prime continuano a salire, il petrolio è sopra ai 90 dollari al barile e nel corso del 2022 saranno inevitabili rivendicazioni salariali da parte dei sindacati.
Euro: l'inflazione smuove la BCE
Il dato shock di un’inflazione a gennaio sopra al 5% ha smosso anche l'Eurotower. Lagarde ha indicato chiaramente che il Quantitative Easing volge al termine, con la fine del programma PEPP che drenerà liquidità nel corso di quest’anno quando anche i tassi potrebbero salire. Il mercato già prezza tra i 40 e i 50 punti base di rialzo nei tassi di interesse da qui a un anno.
L’euro, che fino a quel momento aveva sofferto la mancanza di attivismo della BCE, nei minuti post riunione è volato verso l'alto. EUR/USD ha così recuperato 1,14, mentre EUR/GBP è tornato sopra 0,84 dopo aver toccato 0,82 post riunione Bank of England, dove il tono hawkish è stato ancora più deciso.
Ma il corto di euro era dilagante e questo ha favorito il recovery con i tassi tedeschi a 5 anni tornati di nuovo sopra lo zero. Ritengo questa fiammata della moneta unica un recupero da eccessivo pessimismo. Al momento il mercato prezza mosse aggressive sui tassi sia da parte della Fed che della BCE.
Un persistere delle pressioni sui prezzi delle materie potrebbe avere impatti maggiori all’interno dell'Unione Europea per effetto di una dipendenza dalle fonti energetiche (e una sensibilità dell’inflazione) più elevate degli USA.
Gli effetti sui prezzi alla produzione di tutte le filiere produttive sarebbero importanti e la Banca Centrale Europea si troverebbe costretta ad accelerare nel processo di rimozione degli stimoli. La mia idea è che siccome il mix di aspettative di rialzo dei tassi e accelerazione del prezzo del petrolio rischia di far deragliare la ripresa, le Banche centrali rivedranno i loro piani.
Troppo falchi (ma in colpevole ritardo), così come il rialzo del greggio è eccessivo per l’attuale contesto economico. Uno storno sui mercati azionari potrebbe raffreddare entrambe le variabili offrendo al dollaro americano la possibilità di piazzare un’ultima zampata.
EUR/USD: analisi tecnica e livelli trading
Dopo gli ultimi rialzi, siamo all'inversione di tendenza per l'EUR/USD? Al momento escludo questa ipotesi, o almeno lo farò fino a quando le resistenze chiave di 1,145/1,155 non saranno superate. Perché questi livelli?
Molto semplicemente perché da qui passano le due medie mobili che hanno fatto da argine nell'attuale movimento ribassista del principale cambio Forex. La media mobile a 100 e quella a 200 giorni saranno decisive per intravedere i primi segnali di inversione di tendenza.