Il 2021 è stato un anno particolarmente ricco di eventi e soprattutto performance positive per i mercati finanziari. Le azioni hanno ottenuto ottime prestazioni, le obbligazioni hanno messo a segno la variazione percentuale peggiore da inizio secolo. Il Forex si è spaccato in due.
Da una parte il dollaro che ha saputo guadagnare praticamente su ogni divisa, dall’altra le valute emergenti in difficoltà come diretta conseguenza del rafforzamento della divisa USA. Il biglietto verde ha brillato anche nei confronti dell'euro.
Dollaro USA: i motivi del rafforzamento
Il motivo del rafforzamento del biglietto verde è il differenziale tassi e soprattutto le aspettative sul costo del denaro. Stando a quanto detto dalla Federal Reserve, in America il tapering terminerà a marzo e da quel momento in avanti comincerà il rialzo dei tassi.
In Europa, anche causa nuova ondata pandemica, la riduzione delle misure emergenziali inizierà in primavera, ma prima del 2024 sarà difficile parlare di costo del denaro. In questo quadro, il mercato va sulla valuta in grado di garantire maggiore rendimento in prospettiva: il dollaro americano è ovviamente una di queste.
I tassi di interesse pagati sui titoli di Stato americani a 2 anni continuano a viaggiare nell’orbita dello 0,7%, segno di un mercato che prezza altri tre rialzi nel costo del denaro. I mercati swap scontano un movimento sui tassi da parte della Fed che dovrebbe chiudersi attorno all'1,5%/1,75% confermando la volontà della Banca centrale USA di mantenersi su rendimenti reali negativi al netto di un’inflazione media del 2%.
L'indice dei prezzi al consumo atteso è sceso in modo piuttosto intenso negli ultimi giorni fino a 2,5% sul tasso breakeven atteso a 10 anni. Il differenziale di tasso a 2 anni tra bond governativi americani e tedeschi si mantiene su livelli importanti e sopra i 130 punti base.
EUR/USD: analisi tecnica e strategie operative
Questo contesto offre al dollaro la condizione di divisa preferita dagli investitori che solo occasionalmente prendono respiro da un trend ancora decisamente bearish e che a mio modo di vedere nel 2022 potrebbe anche tentare di far scendere EUR/USD sotto 1,10.
Il grafico del principale cambio Forex sintetizza chiaramente quello che ho appena detto. Da maggio le quotazioni sono inserite all'interno di un canale discendente che, partito da 1,226, ha incontrato una serie di massimi decrescenti fino all’ultimo test di ottobre quando in area 1,17: trendline ribassista e media mobile a 50 giorni hanno fatto valere le loro doti di resistenza.
Questo ci permette già di stimare in zona 1,145/1,15 il prossimo sul quale valutare un eventuale nuovo ingresso sul biglietto verde. Qui tra l’altro la seconda gamba correttiva verso l’alto eguaglierebbe la prima partita a novembre, creando le condizioni per un nuovo flusso di acquisti provenienti da un mercato speculativo ancora non eccessivamente surriscaldato per quello che riguarda le posizioni lunghe di dollari americani. La prima parte del 2022 dovrebbe ancora essere bullish per il dollaro USA.