La correlazione dello Yuan cinese con le valute dei Paesi emergenti si sta facendo sempre più fitta, come dimostra l'andamento dell'indice MSCI EMFX che prende a riferimento un paniere di monete dei Paesi in via di sviluppo. L'indice di correlazione su base settimanale è passato da 0,24 del 2010 a 0,72 di oggi, triplicando quindi il suo valore.
Questo conferma quanto la Cina sia ormai determinante nell'influenzare a livello globale i mercati internazionali. Adesso sono in molti ad attribuire ai bond cinesi il ruolo di valida alternativa ai T-Note americani come investimento sicuro, mentre alcune banche stanno facendo pressione affinché lo Yuan venga considerata valuta di riserva come lo sono il Dollaro USA, l'Euro e lo Yen.
Magdalena Polan, principale economista presso PGIM Ltd. a Londra, ha affermato che la Cina sarà fondamentale per assicurare la stabilità e la crescita dei mercati emergenti. Soprattutto Asia, Sudafrica e Latam avrebbero un grande interesse dal momento che l'export della Cina risulta di importanza estrema per le loro economie.
Mercati emergenti: rischi alta correlazione con Yuan
Una delle cause principali che ha determinato questa alta correlazione riguarda la guerra commerciale tra USA e Cina. Da quando le 2 superpotenze hanno cominciato a scontrarsi a colpi di dazi, i legami tra lo Yuan e i mercati emergenti si sono intensificati, con una correlazione salita dell'83% nel 2018, anno in cui vi fu un'autentica escalation degli attriti tra Washington e Pechino.
JP Morgan ritiene che l'economia cinese eserciti un'incidenza sempre maggiore sulla crescita globale dei mercati emergenti. Gli analisti della più grande banca del mondo affermano che dalla crisi finanziaria si sono avuti mini cicli nei mercati dei Paesi in via di sviluppo in gran parte coincidenti con il ciclo immobiliare e del credito cinese.
Tutto questo comunque presenta un rischio molto alto per le valute dei Paesi emergenti nel momento in cui lo Yuan dovesse indebolirsi. E ciò è possibile perché la People's Bank of China probabilmente inizierà una politica di allentamento monetario nel 2022 per rilanciare una crescita che ha subito una brusca battuta d'arresto in questo ultimo scorcio d'anno. In considerazione soprattutto del fatto che altre grandi Banche centrali come Fed, BoE e RBA hanno cominciato a essere meno accomodanti.
In particolare il pericolo arriva dagli Stati Uniti, dove la Federal Reserve con molta probabilità il prossimo anno darà vita a un ciclo di 3 aumenti dei tassi, comportando un possibile rafforzamento del Dollaro USA. La conseguenza sarebbe quella di una certa quantità di deflussi dai mercati emergenti; proprio per questo lo Yuan dovrà affrontare una sfida non da poco.
Occorre dire per completezza informativa che sinora la moneta cinese ha resistito egregiamente alle politiche monetarie interne ed esterne delle Banche Centrali, ma il banco di prova ci sarà nel momento in cui vi è un vero cambio di marcia da parte degli istituti monetari, ancora un pò incerti.
Essere comunque troppo legati allo Yuan potrebbe ritorcersi contro anche per via delle politiche oscure e delle repressioni normative di Pechino. Se le Autorità di regolamentazione cinesi dovessero continuare il prossimo anno sulla falsariga del 2021, si andrebbe a configurare il pericolo di estrema turbolenza nei mercati cinesi che a sua volta si rifletterebbe su quelli valutari dei Paesi in via di sviluppo.