Questo fine settimana potrebbe essere segnato da grandi manovre sul fronte delle banche italiane. Da alcune indiscrezioni di stampa sembra che UniCredit possa mettere le mani su Banco BPM avanzando una proposta di acquisizione o addirittura un'Offerta Pubblica di Acquisto.
La reazione in Borsa dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna è stata roboante, con un rialzo del 7,6%, in una giornata in cui l'inizio delle contrattazioni è segnato dalle vendite per effetto dell'inflazione americana che ha raggiunto il livello più alto dal 1982.
Al momento, il titolo non fa prezzo con un rialzo teorico del 7,6%. Anche ieri le quotazioni hanno segnato un'ottima performance di ieri (+8,23%), dopo la trimestrale che ha consentito al gruppo di annunciare un dividendo di 0,19 euro, con un payout del 50%, superando il target indicato nel piano industriale dello scorso novembre. UniCredit invece viaggia sotto la parità nell'ordine di un punto percentuale.
UniCredit-BPM: è la soluzione migliore nel risiko bancario?
Il matrimonio tra UniCredit e Banco BPM è un'ipotesi che circola da parecchio tempo, in un periodo storico in cui il risiko bancario è diventato argomento di grande attualità. In questo momento gli istituti finanziari hanno il vento in poppa perché l'aumento dei rendimenti sul mercato apporterà notevoli vantaggi sotto il profilo della redditualità. Infatti il margine tra i tassi che applicano sui prestiti e i mutui e quelli riconosciuti sui depositi si allargherà, aumentando in questo modo i guadagni per le aziende di credito.
L'idea di creare un terzo polo in Italia nel settore bancario è largamente dibattuta. Il possibile sodalizio tra UniCredit e Banca Monte dei Paschi di Siena è naufragato dietro il ritiro di Piazza Gae Aulenti, ma non è del tutto escluso che possa tornare in auge ad altre condizioni.
L'unione tra BPER e BPM non è del tutto tramontata, ma sembra aver lasciato il posto a un'altra opzione, con l'istituto emiliano maggiormente indirizzato verso la Banca Popolare di Sondrio. A questo punto la direzione più logica sarebbe proprio quella che vede la banca guidata da Andrea Orcel bussare alla porta della terza banca italiana.
UniCredit-BPM: le opinioni degli analisti
Cosa significa un'eventuale aggregazione per UniCredit? L'operazione potrebbe consentire di colmare un divario competitivo con Intesa Sanpaolo, soprattutto in Lombardia, dove Banco BPM ha una presenza molto robusta. Equita SIM ritiene che ciò rafforzerebbe il posizionamento competitivo di Piazza Gae Aulenti in Italia, con una quota di mercato che passerebbe dall'11% al 18%, specialmente al Nord dove il salto sarebbe dal 10% al 20%. La fusione equivarrebbe a un CET1 del 13% e a un buffer rispetto allo SREP del 4%.
Secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG, la mossa potrebbe trovare uno sbocco anche per MPS, dal momento che di per sé l'operazione a 2 non avrebbe molto senso. Infatti, l'esperto sottolinea come Piazza Meda sia molto esposta al Nord, soprattutto in Lombardia, un'area dove UniCredit è già molto forte. Per questo il disegno potrebbe essere preparatorio per includere anche Rocca Salimbeni.