Raddoppiato rispetto ad un anno fa, il rendimento delle obbligazioni high yield oggi si attesta in quota 8,5% annuo (ICE BofA US Cash Pay High Yield Constrained Index). Guardando alle serie storiche, riporta Jordan Lopez, Director e Head of the High Yield Strategy Group di Payden & Rygel, “c’è un’elevata probabilità di restare intorno all'8,5% annuo nei prossimi cinque anni” (per valutare la tendenza di un mercato a comportarsi in un modo specifico in una dato periodo dell'anno è possibile visitare il sito Forecaster.biz).
Obbligazioni High Yield da preferire ai Treasury: ecco perchè
Innanzitutto va rilevato che le condizioni eccezionali che hanno caratterizzato gli ultimi anni hanno permesso alle società emittenti di racimolare fondi a tassi molto bassi, ottenere rifinanziamenti, anticipare le scadenze e ridurre i costi di gestione. L’andamento dell’inflazione ha giocato a favore di chi ha preso a prestito e, sebbene stiamo assistendo ad un peggioramento degli aggregati macroeconomici, i fondamentali indicano un rallentamento tutto sommato gestibile.
In un simile contesto “il mercato high yield -evidenzia Lopez- appare complessivamente in buona salute e a breve non vediamo rischi di un’impennata del tasso di insolvenze”.
“All’orizzonte non ci sono grandi segnali di rallentamento dei guadagni: la leva finanziaria è ancora molto bassa, la copertura degli interessi arriva da massimi storici e queste società hanno la capacità di onorare il proprio debito, oltre alla flessibilità necessaria per far fronte a un eventuale rallentamento dell'economia”.
Di conseguenza, evidenzia l’esperto, “in un contesto ancora fondamentalmente sano, riteniamo che l'8,5% dell’high yield valga di più rispetto al 5,5% del T-Bill USA a 6 mesi, che pure può rappresentare una valida opzione per chi ha un orizzonte temporale di breve termine”.
La condizione fondamentale è rappresentata dall’adozione di un approccio attivo: “quello del debito high yield non è un mercato in cui acquistare alla cieca credito o panieri di società. È necessario scavare piuttosto a fondo e selezionare solo quelle aziende che sarebbero in grado di superare una recessione, qualora dovesse verificarsi”.