I BTP potrebbero essere esclusi dal calcolo dell’ISEE. Contenuto nel "pacchetto famiglia" del ministro Eugenia Roccella, il provvedimento è inserito nella nuova legge di Bilancio e permetterebbe di escludere dal calcolo annuale del patrimonio l'acquisto dei nuovi BTP.
L'ISEE: cos'è e a cosa serve
Acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente, si tratta di uno strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie in Italia. Viene calcolato sulla base di due fattori principali: il reddito e il patrimonio.
Il reddito è costituito da tutte le entrate percepite dal nucleo familiare, sia da lavoro dipendente che da lavoro autonomo, da pensione, da rendite finanziarie ed altro. Il patrimonio è invece costituito da tutti i beni posseduti dal nucleo familiare, come immobili, conti correnti e titoli di investimento. L'ISEE viene utilizzato per accedere a prestazioni sociali agevolate, come borse di studio, contributi per affitti o mutui e assegni familiari.
L'ISEE viene calcolato tramite la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento che deve essere compilato dal nucleo familiare. La DSU può essere presentata online sul sito dell'INPS o presso un CAF (Centro di Assistenza Fiscale).
BTP fuori dall’ISEE: il popolo dei BTP alla riscossa
Finora tutti i titoli di Stato, BTP compresi, hanno contribuito a determinare il calcolo dell'ISEE rientrando nella voce "titoli di Stato italiani, obbligazioni, certificati di deposito e crediti, buoni fruttiferi, nonché il valore dei conti correnti, delle azioni o quote di organismi di investimento collettivo di risparmio (O.I.C.R.) italiani o esteri, delle partecipazioni azionarie in società italiane ed estere quotate in mercati regolamentati e altro".
La volontà di escludere i BTP dal calcolo dell’ISEE, prevista dall’articolo 39 della manovra (intitolato “Esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’Isee”), permetterà ai possessori di questi titoli di beneficiare del welfare al pari di chi non li possiede ed è motivata dalla volontà di incrementare la quota di debito nazionale posseduta dai cittadini residenti.
Per la medesima ragione è nato anche il BTP Valore, il buono del Tesoro destinato ai piccoli risparmiatori che nelle due emissioni di giugno e di ottobre ha registrato un boom di acquisti raccogliendo 35,2 miliardi (BTP Valore ottobre 2023: superata quota 17 miliardi).
Probabilmente il governo ritiene che la forte crescita dei rendimenti registrata negli ultimi mesi potrebbe non bastare a soddisfare un’offerta di titoli in aumento: secondo le stime elaborate dall’Ufficio parlamentare di bilancio, nel 2024 le emissioni lorde potrebbero attestarsi a 480 miliardi, 43 miliardi in più rispetto al 2023.
Anche se non è ancora chiaro come questo tipo di misura sarà implementata (se saranno previste soglie all’investimento, se sarà delimitata la platea dei beneficiari o altro), è molto probabile che venga accolta con favore dagli operatori, ingolositi dalla doppia convenienza rappresentata da rendimenti sui top da oltre 10 anni e dall’agevolazione nel calcolo dell’ISEE.
Carta italiana sotto pressione, arrivano le agenzie di rating
Il timing con cui il provvedimento viene presentato è particolarmente importante, visto che sono in arrivo i giudizi delle agenzie di rating: domani a parlare sarà S&P, il 27 ottobre attenzione a DBRS, il 10 novembre sarà la volta di Fitch ed il 17 l’appuntamento è con Moody’s. Se nei primi tre casi l’appuntamento non dovrebbe essere troppo problematico, in quest’ultimo le prospettive negative potrebbero condurre ad una bocciatura che spingerebbe il merito di credito italiano in area “junk”, spazzatura (Rating Italia: ecco il calendario 2023 sul merito creditizio del Paese).
Nella seduta di oggi il rendimento del BTP a 10 anni si è riportato sopra quota 5%, il massimo intraday si è attestato al 5,028%, per la prima volta dal 2012. Traiettoria rialzista anche per il differenziale di rendimento con i titoli tedeschi, il famigerato spread, passato dai 160 punti di questa estate ai 203 attuali.