Intesa Sanpaolo è tornata sul mercato delle obbligazioni in dollari con un’emissione riservata ai c.d. investitori istituzionali (come fondi pensione, banche e assicurazioni) da 3 miliardi di dollari. L’istituto guidato da Carlo Messina ha collocato sul mercato americano un bond “dual tranche” raccogliendo ordini per oltre 11 miliardi di dollari: si tratta della più grande emissione per l’istituto degli ultimi 10 anni.
“Il libro ordini -riporta la nota dell’istituto- è il più grande mai realizzato per un’emissione Yankee dual tranche di Intesa Sanpaolo e la tranche a 30 anni è la più lunga in Senior Preferred emessa nel 2023 da emittenti bancari in dollari”. La transazione, perfezionata ad un costo in linea a quello teoricamente replicabile in euro, “conferma il forte riconoscimento di Intesa Sanpaolo presso la platea di investitori americani”.
Obbligazioni Intesa Sanpaolo in dettaglio
Quello emesso da Intesa Sanpaolo è un c.d. Yankee Bond, un'obbligazione cioè emessa per conto di un emittente non americano negli Stati Uniti e registrata presso la Securities Exchange Commission (SEC). In genere gli Yankee Bond sono utilizzati da società straniere per raccogliere fondi sul mercato del debito statunitense.
Come detto, si tratta di un’emissione realizzata in due tranche:
- Senior Preferred a 10 anni bullet per un nominale di 1,5 miliardi di dollari, ad un livello pari a US Treasury + 280 pb e cedola a tasso fisso del 7,20%;
- Senior Preferred a 30 anni per un nominale di 1,5 miliardi, ad un livello pari a US Treasury + 325 pb e cedola a tasso fisso del 7,80%.
“Cogliendo l’opportunità di un mercato ancora molto positivo sebbene ci si avvicini alla fine dell’anno e sostenuti dal miglioramento dell’outlook del rating sovrano da parte di Moody’s pubblicato venerdì, siamo ritornati con successo sul mercato americano perfezionando una transazione di ben 3 miliardi di dollari, a riprova del forte riconoscimento del nome Intesa Sanpaolo presso la platea di investitori americani”, ha detto Alessandro Lolli, Responsabile Direzione Centrale Tesoreria e Finanza del gruppo.
Ed a proposito di rating, Moody’s ieri ha annunciato di aver confermato il rating a lungo termine senior preferred (unsecured) dell’istituto a “Baa1” rivedendone l’outlook da negativo a stabile, e quello a breve termine a “P-2”.
Chi ha sottoscritto i bond
Per quanto riguarda la prima tranche, quella a 10 anni, è stato sottoscritta da 275 investitori di cui il 75,3% è stato rappresentato da asset manager, l’11,3% da “Official Institutions”, il 9% da assicurazioni e fondi pensione ed il 2,8% da banche. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, la maggioranza della partecipazione è appannaggio di Stati Uniti e Canada, con il 71,8%, il 13,6% dal Regno Unito ed il 10,2% dall’Asia.
Nel caso della tranche Senior Preferred a 30 anni, hanno partecipato 226 investitori: in questo caso la quota degli asset manager si è attestata al 77,9%, le assicurazioni ed i fondi pensione si sono collocati al 14,2%, le istituzioni ufficiali al 4,9% e le banche allo 0,9%. L’accoppiata formata da USA e Canada ha visto la quota attestarsi al 73,6%, il Regno Unito al 17,6% e l’Asia al 5,5%.
Le Banche che hanno partecipato all’emissione in qualità di Joint book runner sono state - oltre alla Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo - Barclays, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, HSBC, J.P. Morgan, Morgan Stanley, TD Securities e Wells Fargo.