Partita martedì 7 novembre, la nuova offerta di Obbligazioni CDP destinate al mercato retail si è conclusa con richieste per oltre 3,5 miliardi di euro pervenute da circa 100mila sottoscrittori.
Qualche giorno fa la Cassa Depositi e Prestiti si era avvalsa della facoltà di anticipare la chiusura del periodo di offerta obbligazionaria riservata al mercato retail "a seguito dell’andamento positivo della domanda da parte dei risparmiatori". Indicazioni sulla solidità delle richieste erano giunte qualche giorno fa, quando la Cassa aveva annunciato che l'ammontare complessivo, inizialmente fissato a 1,5 miliardi di euro, era stato portato a 2 miliardi di euro.
Con taglio minimo di 1.000 euro, i titoli sono stati sottoscritti presso una rete di 24 banche. Intesa Sanpaolo e UniCredit hanno ricoperto il ruolo di responsabili del collocamento e coordinatori dell’offerta. I titoli saranno negoziati sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT) di Borsa Italiana.
A ciascun richiedente verrà assegnato un numero di obbligazioni pari almeno all’investimento minimo, equivalente a 1.000 euro, corrispondente al prezzo di ciascun titolo. Per l’eccedenza rispetto a tale importo minimo, per ogni sottoscrittore si procederà al riparto secondo quanto previsto dalle condizioni definitive dell’offerta.
Obbligazioni CDP: tutte le caratteristiche
Le obbligazioni CDP (codice ISIN IT0005568719) avranno una durata di sei anni (scadenza nel 2029) e saranno rimborsate alla pari e in un’unica soluzione alla data di scadenza.
I titoli sono caratterizzati da una struttura cedolare a tasso misto:
- in misura fissa per i primi tre anni: in questa fase gli investitori percepiranno trimestralmente, in via posticipata, una cedola fissa pari al 5% lordo annuo del valore nominale unitario delle obbligazioni;
- variabile per i successivi tre: in questa fase invece gli investitori riceveranno trimestralmente, in via posticipata, una cedola lorda indicizzata all’Euribor a 3 mesi, maggiorato di un margine dello 0,90% annuo.
È la terza emissione retail
“I proventi del prestito obbligazionario retail, il terzo nella storia di CDP, consentiranno di destinare ulteriori risorse per sostenere imprese, territorio e infrastrutture con l’obiettivo, in coerenza con il Piano strategico 2022 – 2024, di contribuire concretamente alla crescita del Paese”, riporta la nota dell’ente guidato dall’Ad Dario Scannapieco.
Il programma di emissioni emissioni riservate ai piccoli risparmiatori è nato nel marzo 2015. Nel primo collocamento sono stati messi sul mercato titoli per 1,5 miliardi -inizialmente era previsto un nominale di 1 miliardo- con la partecipazione di circa 70mila investitori. Andamento simile nel 2019 quando, nonostante l’importo del secondo bond retail della Spa del Tesoro sia stato aumentato a 1,5 miliardi, è stato necessario chiudere l’offerta in anticipo
La nuova emissione riservata alla clientela retail arriva dopo altre emissioni destinate a investitori istituzionali, fra cui il primo Green Bond di CDP e il debutto sul mercato dei capitali americano, con la prima emissione obbligazionaria in dollari.
Conviene acquistare le obbligazioni CDP?
Se confrontata con l’andamento di un titolo a 6 anni, la cedola del 5% permette agli investitori di incassare circa un punto percentuale in più rispetto al BTP. Ma si tratta di condizioni che valgono solo per i primi tre anni. Nei successivi tre ci si troverà a fare i conti con la parte variabile, composta da un +0,9% da sommare all’Euribor a tre mesi che, come il titolo a sei anni, attualmente si attesta di poco sotto il 4%.
Con tassi stabili agli attuali livelli, l’investitore con il bond della CDP si vedrebbe confermato uno “yield” di poco inferiore ai 5 punti percentuali. Ma, come sappiamo, è difficile che il benchmark sarà confermato agli attuali livelli: in teoria, già nel 2024, potremmo assistere ad una riduzione dei tassi di riferimento che finirà inevitabilmente per spingere al ribasso l’Euribor a tre mesi. È possibile che lo spread, che potrebbe anche essere rivisto al rialzo (lo 0,9% rappresenta un livello minimo), sia in grado di attenuare la probabile discesa dei tassi (che è difficile che tornino a zero).
Per quanto riguarda il rischio emittente, oltre l’80% del capitale CDP è detenuto dal Ministero dell’economia (82,77%, il 15,93% è detenuto dalle fondazioni bancarie e l’1,3% sono azioni proprie). Di conseguenza, investire in questi titoli obbligazionari equivale sostanzialmente, in termini di rischio emittente, all’acquisto di BTP. Non a caso, a CDP sono stati assegnati i seguenti rating a medio-lungo termine, in linea con quelli della Repubblica italiana: Baa3 da Moody’s, BBB da S&P, BBB da Fitch e BBB+ da Scope.
Un altro fattore positivo è rappresentato dalla fiscalità: per quanto riguarda la tassazione delle nuove obbligazioni CDP, agli interessi e agli altri proventi percepiti dai sottoscrittori sarà applicata l’imposta sostitutiva in misura pari all’aliquota agevolata del 12,5% (invece del 26%).