Amazon torna, dopo tre anni, sul mercato dei bond: il gruppo di Seattle ha realizzato un’emissione da 15 miliardi di dollari in sei tranche destinata a finanziare la corsa globale all’AI e al cloud. L’operazione ha rapidamente superato le dimensioni inizialmente indicate (12 miliardi).
Bond Amazon: boom della domanda, spread in riduzione
Il grande interesse degli operatori è ben testimoniato dal livello di ordini, che hanno toccato quota 80 miliardi di dollari prima che il book venisse ridotto con il progredire del processo di pricing e il calo dei rendimenti.
Sul segmento più lungo, l'emissione è caratterizzata da una scadenza di 40 anni, lo spread rispetto ai Treasury è stato ristretto da 1,15 a 0,85 punti percentuali.
Il nuovo bond Amazon è strutturato in sei tranche investment grade, a conferma della volontà di diversificare la curva e intercettare una base ampia di investitori. I proventi saranno utilizzati “per supportare gli investimenti nel business, finanziare futuri capex e rimborsare le prossime scadenze di debito”, ha spiegato Amazon, oltre che per potenziali acquisizioni e riacquisti di azioni, secondo documentazione e indicazioni di mercato.
Debito AI, hyperscaler in corsa e rischio “flood” sul mercato
Il Bond Amazon si inserisce in un’ondata di emissioni senza precedenti da parte delle Big Tech per finanziare il debito AI. Alphabet ha collocato 25 miliardi di dollari tra USA ed Europa, Meta ha emesso 30 miliardi nel più grande deal corporate dell’anno mentre Oracle ha raccolto 18 miliardi. Nel complesso, le emissioni corporate globali hanno superato i 6.000 miliardi di dollari, con le sole operazioni “jumbo” tech a rappresentare oltre un quarto dell’offerta netta di debito investment grade in dollari.
Secondo JP Morgan, questa dinamica potrebbe spingere l’emissione di corporate bond USA a un record di 1.810 miliardi di dollari il prossimo anno, trainata proprio dal finanziamento delle infrastrutture AI. Morgan Stanley stima che i principali gruppi tecnologici, inclusi Meta, Amazon e Alphabet, spenderanno 400 miliardi di dollari in infrastrutture AI solo quest’anno.
Più nel dettaglio, per Amazon il costo AI si traduce in una traiettoria di capex che tocca circa 125 miliardi di dollari nel 2025, con una previsione di ulteriori aumenti nel 2026; le stime Bloomberg indicano capex attesi a 147 miliardi l’anno prossimo, quasi tripli rispetto ai livelli del 2023. È questa dinamica ad alimentare il ricorso al debito e a rendere il bond Amazon un tassello centrale nella strategia di funding del gruppo.
Sul fronte del rischio, la massa di nuove obbligazioni AI sta iniziando a ridisegnare gli equilibri del mercato del credito. “L'improvviso aumento dell'offerta si fa sentire sul mercato. Le emissioni legate all'AI stanno arrivando in modo rapido e frenetico... Questi titoli potrebbero essere negoziati con spread ridotti, ma promettono di ridefinire l'intero mercato", ha riferito Robert Tipp, Head of global bonds di PGIM, sottolineando come il boom di offerta sia destinato a spingere più in alto i rendimenti sul tratto lungo.
Gli investitori, pur premiando il merito di credito degli hyperscaler, iniziano quindi a prezzare con maggiore attenzione l’effetto cumulativo del debito AI sul profilo di rischio di medio-lungo termine.
Obbligazione Amazon tra rating elevati, debito flessibile e strategia cloud
Nonostante la rapidissima crescita degli investimenti, l’obbligazione Amazon beneficia ancora di un quadro di rating molto solido. Fitch ha assegnato all’operazione un giudizio “AA-” con outlook stabile, in linea con il rating di lungo termine dell’emittente, richiamando un EBITDA degli ultimi dodici mesi pari a 155 miliardi di dollari a settembre 2025, una robusta generazione di cassa e una leva finanziaria attesa in calo sotto le 2,0x.
S&P è ancora più ottimista, valutando i nuovi titoli “AA” con outlook stabile e sottolineando che al 30 settembre 2025 la leva finanziaria rettificata del gruppo era intorno a 0,5x, ben al di sotto della soglia di 1,5x che potrebbe innescare un downgrade. In questo contesto, il bond Amazon viene percepito come un uso opportunistico del debito per ampliare la flessibilità finanziaria più che come una risposta difensiva a tensioni sul cash flow.
La destinazione dei proventi evidenzia la natura strategica dell’operazione. Amazon punta a finanziare la propria piattaforma cloud e AI, dove è il principale venditore globale di potenza di calcolo “a noleggio”, elemento chiave per addestrare e far funzionare i modelli di intelligenza artificiale generativa. La capacità elettrica dei data center del gruppo è già raddoppiata rispetto al 2022, e il CEO Andy Jassy ha indicato l’obiettivo di un ulteriore raddoppio entro il 2027.
A sostegno di questa espansione, il gruppo ha firmato un accordo da 38 miliardi di dollari con OpenAI, che garantirà alla start-up accesso a centinaia di migliaia di GPU Nvidia per sette anni, rafforzando il posizionamento competitivo di Amazon Web Services dopo i progressi di Microsoft e Google.
Per gli investitori retail, il bond Amazon rappresenta quindi una scommessa sul lungo ciclo di crescita del cloud e dell’intelligenza artificiale, ma anche sulla capacità del management di mantenere disciplinato il debito AI, bilanciando capex in forte crescita con una struttura finanziaria ancora poco levatizzata.
Come osservato in una recente nota di JP Morgan, questo è un momento “opportuno” perché Amazon, finora finanziata soprattutto dal proprio cash flow, integri in modo più deciso il debito nella propria struttura del capitale, eventualmente attingendo anche ai mercati del private credit con strumenti come sale-leaseback e joint venture sui data center.
Il nuovo bond Amazon, con il suo mix di durata, rating elevati e esposizione diretta al costo AI, si candida così a diventare un benchmark per misurare sia l’appetito sia la tolleranza al rischio del mercato verso la nuova stagione di investimento infrastrutturale delle Big Tech.