Dopo giorni tormentati, il rame sale di oltre 1 punto percentuale a circa 10.700 dollari al London Metal Exchange. I prezzi del metallo rosso sono sostenuti dalle dichiarazioni di ieri del presidente della
Federal Reserve, Jerome Powell, che ha segnalato un
altro taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione della Banca centrale USA (
Riunioni Fed: calendario delle date dei meeting del FOMC 2025).
Secondo il capo della Fed, le prospettive economiche degli Stati Uniti sono rimaste stabili da settembre, quando aveva previsto altri due tagli dei tassi quest'anno oltre quello attuato durante il meeting. Ora è il momento di fare un altro passo. Da più parti erano sorti dubbi sul fatto che Powell potesse allentare veramente la politica monetaria, dopo le dichiarazioni rilasciate subito dopo la riunione di settembre.
In un evento, il banchiere 72enne aveva espresso preoccupazioni su un ritorno dell'inflazione. Le incertezze si sono rafforzate a seguito dello
shutdown negli Stati Uniti, che ha impedito di conoscere le dinamiche del mercato del lavoro. Il governatore ha schiarito la situazione e per il mercato del rame è stata una boccata d'ossigeno.
Il metallo era finito sotto pressione venerdì scorso, quando il presidente Usa Donald Trump ha riacceso le tensioni con la Cina minacciando dazi del 100% e soprattutto il ritorno in grande stile della guerra commerciale. Il rame è un bene molto legato all'andamento dell'economia per via del suo grande utilizzo in svariati settori, tra cui l'industria, le componenti elettroniche e l'energia. Quindi, ogni evento che alimenta preoccupazioni sull'andamento positivo dell'economia finisce inevitabilmente per riflettersi sui prezzi del rame.
Rame: prossimo obiettivo a 12.000 dollari
Attualmente le quotazioni del rame si trovano distanti dal massimo storico di maggio 2024 di oltre 11.000 dollari a tonnellata. Tuttavia, alcuni trader vedono obiettivi ambiziosi perché una serie di significative interruzioni delle principali miniere della Repubblica Democratica del Congo, del Cile e dell'Indonesia diminuirà le forniture in un momento in cui la domanda è crescente.
Secondo Kenny Ives, dirigente del braccio commerciale del gigante cinese CMOC Group, i prezzi potrebbero chiudere l'anno a 12.000 dollari, quindi a un nuovo record storico. Gli ha fatto eco Nick Snowdon, responsabile della ricerca sui metalli di Mercuria Energy Group Holding SA, secondo cui con "le gravi interruzioni dell'offerta e il flusso di denaro degli investitori verso le materie prime, e i metalli in particolare", il livello di 12.000 dollari "potrebbe essere raggiunto abbastanza facilmente".
C'è però chi mantiene più cautela. Tra questi Graeme Train, responsabile dell'analisi di metalli e minerali presso Trafigura Group. A suo avviso, "la Cina ha probabilmente superato il picco del suo ultimo ciclo industriale e i prezzi in genere sono in ritardo rispetto a quel ciclo da tre a sei mesi".