Il 19 gennaio 2022 gli USA hanno raggiunto il tetto del debito federale, fissato nel 2021 a 31.400 miliardi di dollari (pari al 130% del PIL). Il Dipartimento del Tesoro USA ora si trova costretto a ricorrere a misure straordinarie per evitare il default e continuare a finanziare le attività del governo.
Tuttavia, le misure straordinarie hanno una scadenza: secondo i funzionari del Tesoro USA, le misure straordinarie permetteranno al governo di continuare a pagare i dipendenti federali, i fornitori di Medicare, gli investitori che detengono il debito degli Stati Uniti e gli altri soggetti destinatari del denaro federale, almeno fino all'inizio di giugno.
Di conseguenza, repubblicani e democratici hanno circa 4 mesi per trovare un accordo per alzare o sospendere il limite del debito ( ne abbiamo parlato in questo articolo), evitando così lo shutdown. Vediamo quindi cosa è lo shutdown e come funziona.
Cos’è e come funziona lo shutdown del governo USA?
Quando il Congresso USA non riesce a passare il budget delle varie istituzioni e agenzie federali, scatta lo “shutdown”, ovvero la paralisi di molte attività del governo. Shutdown letteralmente vuol dire “spegnimento” ed è l’incubo di ogni presidenza, in particolar modo di quelle che non hanno un Congresso del “proprio colore”.
Il 1° ottobre di ogni anno, avendo in questa data inizio l’anno fiscale statunitense, è la data entro la quale il Congresso USA deve approvare le previsioni di spesa dello Stato. Ogni volta che il Congresso, per varie ragioni, non è in grado di rifinanziare le attività dell’Amministrazione, si verifica il rischio shutdown.
In questi casi la maggior parte dei servizi governativi, tranne quelli essenziali come l’assistenza medica, i servizi postali, la guardia costiera, la polizia doganale o l’FBI, vengono dismessi o funzionano a capacità ridotta, fino a quando il Congresso non approva il bilancio in via definitiva e per farlo è necessaria l’approvazione di entrambi i rami del parlamento.
In questo caso, solitamente, una parte del personale non lavora e non viene pagato (circa 800mila dipendenti, oltre a congedi non retribuiti). La procedura è contemplata dall’Antideficiency Act, una normativa emanata dal Congresso per prevenire l’insorgere di obblighi o l’effettuazione di spese superiori agli importi disponibili in stanziamenti o fondi.
La legge è stata emanata nel 1884 ed ha subito importanti modifiche nel 1950 e nel 1982. In sostanza proibisce al governo federale degli Stati Uniti di stipulare un contratto che non sia completamente finanziato perché ciò obbligherebbe il governo in assenza di uno stanziamento adeguato alle esigenze del contratto.
I precedenti shutdown degli Stati Uniti
Dal 1976, anno in cui il Congresso ha introdotto il moderno processo di bilancio, si sono verificati quattro arresti “veri” in cui le operazioni sono andate avanti per più di un giorno lavorativo. I primi due avvennero nell’inverno 1995-1996, quando il presidente Bill Clinton e il Congresso repubblicano non furono in grado di accordarsi sui livelli di spesa.
Secondo un’analisi del governo degli Stati Uniti, gli shutdown in epoca Clinton costarono circa 1,4 miliardi di dollari (circa 2 miliardi odierni). Il terzo è stato nel 2013 durante la presidenza Obama, quando una situazione di stallo tra Camera e Senato sui finanziamenti per l’Affordable Care Act ha comportato una chiusura di 16 giorni.
La quarta chiusura, iniziata a dicembre 2018 e proseguita fino a gennaio 2019, era incentrata su una controversia sul finanziamento del muro di confine con il Messico voluto dal presidente Donald Trump ed è stata la chiusura più lunga con 35 giorni.