Futures sul petrolio greggio volatili, alimentati dall'escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Iran. Le dichiarazioni del presidente USA, Donald Trump, che ha espresso crescenti dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo sul programma nucleare iraniano, hanno innescato forti reazioni sui mercati delle materie prime.
Il Brent ieri ha chiuso a 69,77 dollari al barile, in rialzo di 2,90 dollari (+4,3%), mentre il WTI (West Texas Intermediate) ha guadagnato 3,17 dollari (+4,9%) portandosi a 68,15 dollari al barile, prima di ripiegare entrambi nella seduta in corso. Vediamo cosa succede.
Clima sempre più teso: l’ambasciata USA lascia Baghdad
Due funzionari del Dipartimento di Stato americano hanno riferito a NBC News che gli Stati Uniti stanno preparando l'evacuazione del personale non essenziale dalla propria ambasciata a Baghdad. Sebbene non siano stati forniti ulteriori dettagli sulle motivazioni, la misura riflette il crescente livello di allerta.
Un terzo funzionario ha dichiarato che il presidente Trump è determinato a garantire la sicurezza degli americani, sia in patria sia all’estero, sottolineando che l’organico delle ambasciate è costantemente monitorato in base alla situazione geopolitica.
A lanciare ulteriori segnali d’allarme è anche il Regno Unito. L’unità navale britannica UK Maritime Trade Operations, che coordina lo scambio di informazioni tra il traffico commerciale marittimo e le forze militari, ha emesso un avviso in cui segnala un rischio crescente di escalation militare nella regione mediorientale.
L’aumento della tensione potrebbe, infatti, portare a sviluppi bellici non solo tra gli Stati Uniti e l’Iran, ma anche coinvolgere attori terzi e destabilizzare ulteriormente l’area.
Per Trump “meno fiducia in un accordo con Teheran"
In un'intervista al New York Post, Donald Trump ha ammesso di avere sempre meno fiducia nella possibilità di raggiungere un'intesa con l’Iran sul programma nucleare. “Mi sembra che stiano prendendo tempo, e questo è un peccato, ma oggi sono molto meno fiducioso di quanto lo fossi un paio di mesi fa. Qualcosa è cambiato.”
Il presidente USA ha poi ribadito che non permetterà mai all’Iran di dotarsi di un’arma nucleare, pur aggiungendo che “sarebbe preferibile evitare la guerra e risolvere tutto senza perdite di vite umane”. Tuttavia, ha espresso dubbi sulla volontà dell’Iran di trattare: “Non vedo lo stesso entusiasmo da parte loro. Se non cambiano atteggiamento, penso che stiano commettendo un errore.”
Iran: le basi americane sono alla nostra portata
Dal canto suo, l’Iran ha reagito con fermezza. Il ministro della Difesa della Repubblica Islamica, citato dall’agenzia di stampa statale IRNA, ha lanciato un chiaro avvertimento agli Stati Uniti. Il generale Aziz Nasirzadeh ha affermato che tutte le basi militari americane presenti nella regione rientrano nel raggio d’azione delle forze armate iraniane, e che Teheran non esiterebbe a colpirle in caso di necessità.
Le dichiarazioni contribuiscono ad alimentare un clima di crescente instabilità, che potrebbe avere ripercussioni non solo sul piano geopolitico, ma anche sui mercati energetici globali.