L'American Active Anode Material Producers, l'Associazione di categoria che rappresenta i produttori di grafite statunitense, soffia sul fuoco delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. I rappresentanti del gruppo industriale hanno presentato una petizione al Dipartimento del Commercio USA per indagare se le aziende cinesi stiano violando le leggi antidumping vendendo grafite per batterie al di sotto del valore equo di mercato.
Con questo intendono chiedere all'amministrazione Trump di attuare
dazi fino al 920%, dal 25% attuale, sulla grafite in arrivo dalla Cina. L'associazione sostiene che le aziende cinesi siano agevolate dai massicci sussidi statali di Pechino e quindi abbassino artificialmente i prezzi esercitando una forma di concorrenza sleale. In teoria, ciò potrebbe fornire un assist al neo presidente eletto
Donald Trump, che ha tutta l'intenzione di usare la mano pesante sulle tariffe alla Cina, in particolare sulle auto elettriche, da quando si insedierà alla Casa Bianca a partire dal 20 gennaio 2025. Tuttavia, non sarà così semplice.
La grafite è una materia prima critica molto utilizzata nelle batterie per i veicoli elettrici. Infatti rappresenta attualmente circa il 10% del costo di produzione di una cella, secondo Sam Abuelsamid, analista di Guidehouse Insights. Nel 2023, il Dragone controllava il 92% del mercato della grafite di alta qualità usata nella produzione di batterie, secondo uno studio di Oxford Economics commissionato dal gruppo commerciale North American Graphite Alliance. Ad ogni modo, eventuali tariffe non arriverebbero prima della conclusione dell'indagine, ossia a 2025 inoltrato.
Grafite: il problema di Tesla
Il problema è che gli Stati Uniti non producono grafite e la dipendenza dalla Cina è enorme. Lo scorso anno gli USA hanno importato oltre 91 mila tonnellate della materia prima, di cui 70 mila di provenienza cinese. L'attuale stabilimento di Novonix nel Tennessee avrà una capacità produttiva di 10 mila tonnellate l'anno quando inizierà la produzione nel 2025, con altre 31.500 tonnellate aggiuntive se a pieno regime. L'obiettivo è quello di espanderlo a 70 mila tonnellate.
Il governo americano sta cercando di stimolare gli investimenti nell'estrazione mineraria e nella produzione di grafite sintetica in modo da ridurre la dipendenza da Pechino. Tuttavia, l'industria statunitense sostiene che senza ulteriori protezioni dalle importazioni cinesi, tutti gli sforzi alla fine risulteranno vani.
"L'industria è a rischio di essere soffocata dalle pratiche commerciali dannose della Cina", ha detto Erik Olson, portavoce per l'associazione di categoria che ha presentato la petizione. "Se vogliamo che la nostra industria cresca, dobbiamo proteggerla e per farlo dobbiamo mettere alcuni ostacoli sulla strada dei cinesi".
Durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, Trump aveva imposto dazi del 25% su molte importazioni cinesi, tra cui la grafite sintetica. Elevare questa tariffa però potrebbe far nascere un problema in casa:
quello di Tesla di Elon Musk, il l'alleato più prezioso che il tycoon ha nominato capo del Dipartimento per l'efficienza USA (
Dipartimento per l'efficienza USA (DOGE): cos'è e come funziona).
Già nel 2019 Tesla aveva chiesto e ottenuto un'esenzione dalle tariffe in quanto avrebbero comportato uno svantaggio competitivo per l'azienda. Grazie all'approvazione, il colosso automobilistico di Austin ha avuto la possibilità di investire nell'espansione della sua gigafactory in Nevada. Tuttavia, si è visto negare l'estensione dell'esenzione dall'amministrazione Biden quest'anno e Trump non sembrerebbe aver intenzione di agevolare il commercio delle auto elettriche negli Stati Uniti.
"Non esiste un singolo produttore al di fuori della Cina che attualmente soddisfi le specifiche e i requisiti di capacità aggiuntivi di Tesla, che sono aumentati in modo esponenziale da quando sono state inizialmente presentate le richieste di esclusione", ha scritto Miriam Eqab, consigliere generale associato del pioniere delle auto elettriche, in una serie di presentazioni. "La maggior parte dei fornitori è ancora su scala pilota o sta ancora pianificando di costruire la capacità di produzione di massa e non può rifornire Tesla nel periodo 2024/2025".