L’investimento obbligazionario per sua natura viene considerato reddito fisso. Ovviamente esistono anche bond differenti da quelli con cedola fissa, come le obbligazioni a tasso variabile oppure le inflation linked bond che sono un ibrido fisso variabile, ma la stragrande maggioranza delle emissioni ancora oggi si rivolge al tasso fisso.
Quando si acquista una singola obbligazione a tasso fisso in euro, si acquista anche un rendimento certo a scadenza. Naturalmente al lordo di un rischio emittente che aumenta (mai diminuisce) il rendimento dell’obbligazione secondo un parametro misurato dallo spread.
Lo spread è il differenziale di rendimento tra un titolo privo di rischio, in Europa tipicamente il Bund tedesco (in America il Treasury) e il rendimento dell’obbligazione. Esiste uno spread tra titoli di Stato (quello BTP-Bund è il più celebre) ed esiste uno spread tra titoli corporate e risk free governativo. Peggiore è il rating dell’emittente e maggiore sarà lo spread (quindi il premio per il rischio) richiesto dal mercato all’acquisto.
Questo 2024 termina con tassi di interesse, quindi rendimenti a scadenza, sui bond un po' più bassi rispetto alla fine del 2023. La causa sono le manovre di espansione monetaria adottate dalle Banche centrali, BCE in primis.
Penso possa essere utile fare un breve carrellata dei rendimenti a scadenza offerti dai principali ETF obbligazionari (con tanto di duration) per permettere agli investitori di capire meglio in quale ambiente stanno andando ad investire in vista dell’anno nuovo. Cominciamo con i titoli di stato europei.
ETF obbligazionari: una panoramica sui rendimenti
I rendimenti dei Bund tedeschi a 10 anni sono scesi al 2,4%, quelli francesi al 3,2% e quelli italiani al 3,5%. La sintesi di questo si riflette in un paniere di titoli della zona Euro del 2,8% al lordo della fiscalità con una duration effettiva di 7.
Andando sull’obbligazionario, sempre europeo ma corporate bond ,a fronte di una duration più modesta i tassi di rendimento medi superano di poco il 3%. Ovviamente più alti i tassi offerti dalle obbligazioni high yield che offrono il 5,6% con una duration decisamente corta di 2 anni.
Andiamo ora nella sezione dei rendimenti offerti sul segmento monetario. Solitamente il benchmark in questi casi è l’euro short term rate pubblicato giornalmente della BCE sceso dopo il recente taglio dei tassi a 3,1%. Tassi però variabili e destinati a scendere nel corso del 2025 per effetto delle nuove manovre sui tassi da parte della banca centrale.
Per l’obbligazionario global aggregate (quindi comprensivo di titoli di stato e corporate bond) attualmente il mercato offre un rendimento a scadenza del 3,7%. Andando invece sui soli titoli governativi statunitensi, un paniere diversificato rende circa il 4,4% con una duration che sfiora i 6 anni. In entrambe i casi esiste rispettivamente un parziale e totale rischio di cambio.
Infine, la componente bond emergenti. Le emissioni a tasso fisso in dollari sintetizzate nei tanti ETF di categoria possono differire nei rendimenti a scadenza per effetto dei diversi indici replicati. Utilizzando l’ETF di iShares il 2024 si chiude con un rendimento a scadenza del 6,8% con una duration di 7 anni. Per l’ETF che investe in obbligazioni emergenti in valuta locale rendimenti simili ma duration più corta e di poco superiore ai 5 anni.