Investire in strumenti monetari solitamente ha finalità di parcheggio di liquidità in eccesso che dovrà essere utilizzata a breve. Finalità che possono essere ad esempio quelle di finanziare una semplice spesa ordinaria e prevista, oppure straordinaria e imprevista.
Solo per alcuni investitori particolarmente attivi gli ETF monetari possono essere utilizzati come conto di appoggio remunerato in attesa di rientrare sul mercato, ad esempio azionario, dopo aver preso profitto e nella speranza di veder scendere i prezzi dopo una vendita.
ETF monetari, una soluzione per gestire la liquidità in eccesso
Solitamente si considerano ETF monetari quelli che investono in depositi o titoli di stato a breve scadenza denominati in euro o in divise diverse dall’euro. Questi ultimi possono risultare utili a chi vuole impiegare liquidità in eccesso presente su conti valutari.
Ovviamente l’acquisto di questi ETF prevede una conversione del saldo di conto valutario in euro per acquistare sul mercato lo strumento, ma il risultato finale sarà comunque legato all’andamento di un rapporto di cambio sottostante.
Acquistando ad esempio un ETF monetario che investe in titoli di Stato americani a breve termine, dopo aver convertito i dollari sul conto valutario in euro investiremo materialmente sempre in euro per comprare lo strumento ma sarà l’andamento del cambio EurUsd a influenzare il risultato finale.
3 monetari firmati Xtrackers per la liquidità
Risultato che sarà naturalmente influenzato all’andamento dei rendimenti sottostanti i titoli presenti nell’ETF. Titoli che avendo una scadenza breve rendono impercettibile il fenomeno della volatilità dei prezzi. Ma non del cambio come vedremo tra poco.
Quindi valuta e rendimento dei titoli/depositi determinano il risultato total return di questi titoli e per nostra fortuna sul mercato italiano abbiamo fin dal lontano 2007 tre ETF monetari di Xtrackers che permettono di investire in strumenti monetari europei, inglesi e americani, con rischi di cambio per gli ultimi due.
Dal 2007 Xtrackers Usd Overnight Rate Swap (investimento in depositi denominati in Dollari Usa) ha guadagnato il 2,9% all’anno contro il misero 0,6% dell’ETF equivalente in euro (il celebre Xeon). Meglio ancora dello 0,1% raccolto dal terzo ETF, il GBP Overnight Rate Swap che investe in depositi in sterline.
Come sono andati gli ETF monetari in Sterline
Il Dollaro ha quindi contribuito a creare le condizioni di impiego della liquidità con tanto di rendimento reale positivo per un investitore europeo: l’inflazione è stata battuta.
Cosa che non è stato in grado di fare l’investimento monetario in euro. Ma a quale prezzo? E qui il terzo incomodo, ovvero l’ETF in sterline ci offre una risposta convincente.
La volatilità degli ETF che investono in strumenti monetari non in euro è stata un fattore positivo per l’investimento in dollari, negativo per quello in sterline. Infatti, il 9% di volatilità per la versione in dollari e l’8% per quello in sterline hanno reso questi investimenti molto più ballerini e con esiti contrapposti.
Gli ultimi 5 anni di aumento dei tassi monetari hanno sorriso all’ETF in euro (+6%), ma ancora di più a quelli in Gbp e Usd, rispettivamente a +20% e +14%. Ma di nuovo con volatilità molto elevata e che questa volta si è rivelata un fattore amico.
La volatilità, un fattore da considerare nei monetari
Quindi gestire la liquidità con questi prodotti ha senso solo ed esclusivamente se si vuole gestire cash presente sui rispettivi conti denominati in euro, dollari o sterline. Tutto sarebbe logico e finanziariamente corretto.
Ma impiegare la liquidità espressa nella propria valuta nazionale ripartendola tra questi ETF solo per diversificare sarebbe un grosso errore visto che per gli strumenti non euro i margini di oscillazione attesi sono molto alti e facendo rientrare questi strumenti monetari nell’alveo della scommessa speculativa, non certo del parcheggio prudente.