Preoccupati dell’eccessiva concentrazione che si sta verificando sull’indice più importante del mondo (S&P500)? Sappiate che iShares BlackRock non lascia, anzi rilancia.
Con il lancio dell’ETF S&P 500 Top 20 UCITS ETF (SP20) anche in Europa la società leader nella produzione di ETF a livello globale vuole permettere agli investitori di investire molto semplicemente nelle top 20 aziende per capitalizzazione dell’indice S&P500 tralasciando le altre 480. Una sorta di campionamento spinto che trova le sue radici nell’eccezionale performance che le mega cap stanno accumulando negli ultimi anni.
Le top 20 società per capitalizzazione non avranno limiti di peso (cap) e portano questo ETF ad avere un contributo del solo settore dei semiconduttori di oltre il 20%. Segue il tech hardware con il 15% e poi il software con il 14%. Uno strapotere evidente della tecnologia se consideriamo che seguono i media con il 9% come i finanziari. Quasi ridicola la percentuale occupata da energy (3%) e beni di consumo (2%).
ETF S&P 500 Top 20: investire nelle Mega Cap
ETF molto polarizzato che la stessa BlackRock conferma essere però stato generatore del 68% della performance dell’S&P500 degli ultimi 3 anni. Nell’ultima decade la over performance di questo indice top 20 rispetto al generale è stata dell'1,8% l’anno.
L’ETF vede come primo titolo Nvidia con oltre il 15% di peso, seguita a breve distanza da Apple e Microsoft. Insieme questi tre titoli rappresentano il 45% del portafoglio. Le top 10 oltre il 70%. L’undicesimo titolo per pesi di capitalizzazione, United Health rappresenta appena il 3% del totale.
Abbiamo quindi di fronte un ETF che potremmo definire Mega Cap e che ovviamente rischia di amplificare ancora di più il divario di capitalizzazione tra le società più pesanti dell’S&P500 e quelle che compongono la restante parte del listino che rischiano di essere condannate all’irrilevanza.
Alcuni potrebbero già cominciare ad individuare questo prodotto come l’antipasto di una bolla speculativa su queste società che messe assieme vantano un rapporto prezzo utili di 34. Invertendo il rapporto questo significherebbe un rendimento reale atteso inferiore al 3% annuo. Numeri decisamente più elevati rispetto al 23 di prezzo utili di un altro ETF di iShares che va esattamente nella direzione opposta, ovvero l’equal weighted. In questo caso il rendimento atteso del mercato utilizzando i multipli risulterebbe a oggi del 4,4% reale annuo.
Interessante evoluzione frutto dei tempi quella che arriva dall’industria del risparmio gestito passivo e che rischia di rendere ancora più anomala l’attuale situazione di eccessiva concentrazione di certi indici, creando un fenomeno di sempre minore diversificazione che ovviamente farà sentire i suoi effetti nel momento in cui il settore tech smetterà di essere trainante quanto a utili e multipli.