La vendita di una quota di partecipazione in Nvidia da parte della banca giapponese Softbank ha alimentato speculazioni sul valore attuale raggiunto dal settore dei semiconduttori. L’annuncio della cessione dell’intera partecipazione in Nvidia per un totale di 5,83 miliardi di dollari da parte di Softbank è stato giustificato dal management dalla necessità di finanziare gli investimenti sull’intelligenza artificiale.
Che si tratti del più classico dei take profit, oppure del fabbisogno urgente di liquidità da parte di Softbank per portare avanti numerosi progetti, dai data center Stargate agli stabilimenti di produzione di robot dotati di intelligenza artificiale negli Stati Uniti, il quesito degli investitori a questo punto è se il mondo dei chip è in una bolla o comunque una sopravalutazione tale da rendere opportuno il “seguire” il consiglio finanziario di Softbank.
Come sempre l’analisi grafica dell’indice dei semiconduttori può essere utile per comprendere meglio il contesto generale.
ETF azionario vs semiconduttori: performance a confronto
Per fare questa analisi utilizzerò uno storico ETF di Amundi (ex Lyxor) che replica l’indice Msci Semiconductors. Tanto per fare un confronto immediato con un indice azionario globale standard (ad esempio iShares Msci World) scopriamo che a distanza di 5 anni quest’ultimo ha realizzato un +90% contro il +275% dell’ETF di Amundi che quindi hanno moltiplicato per 3 volte il già ricco bottino delle Borse al prezzo di una volatilità doppia (32% vs 16%).
Ancora più impressionante la performance a 3 anni che per i semiconduttori segna un incremento del 245% contro il 50% dell’azionario mondiale. Qui siamo al moltiplicatore cinque.
Non tutti gli indici sono uguali
A questo punto dobbiamo però porre l’attenzione sull’indice sul quale si può realmente investire.
L’indice originario di Msci è infatti MSCI ACWI Semiconductors & Semiconductor Equipment Filtered. Qui Nvidia pesa per il 44% dell’intero paniere seguita da Broadcam (14%) e TSMI (11%) e il rapporto tra prezzo e utili è di 47. Negli ultimi 10 anni la performance è stata del 31% annuo composto contro l’11% dell’azionario globale emergenti compresi.
L’indice utilizzato da Amundi è MSCI ACWI Semiconductors & Semiconductor Equipment Filtered e infatti il peso di Nvidia si riduce (si fa per dire) al 30% sempre seguita dalle altre due azioni con pesi del 16% e 14%. Il numero totale delle azioni è leggermente inferiore (64) ma anche qui le prime 10 pesano per otto decimi del portafoglio. A distanza di 10 anni la performance di questo indice rispetto all’azionario globale si è moltiplicata “solamente” per due.
Un altro ETF ancora, quello di iShares Global Semiconductors, utilizza come benchmark l’indice MSCI ACWI IMI Semiconductors & Semiconductor Equipment ESG Screened Select Capped Index con una diversificazione anche geografica più ampia. Nvidia pesa per il 6% del portafoglio dove ASML e AMD rappresentano con l’8% di peso i primi titoli per importanza. In questo ETF il rapporto prezzo utili si “raffredda” a 38 con un rapporto prezzo valore contabile di 6.

Graficamente non ci sono molti dubbi sul fatto che i tentennamenti del 2024 e dei primi mesi del 2025 sono stati ampiamente superati dall’ETF di Amundi che, in occasione del Liberation Day di aprile, ha offerto una clamorosa finestra di acquisto andando a testare la media mobile a 200 settimane.
Il rally degli ultimi mesi è stato impressionante ma non tanto diverso da quello vista ai tempi del post Covid. Quindi valutazioni alte sì, ma prima di parlare di bolla speculativa serviranno prezzi forse ancora più elevati all’interno di un percorso secolare saldamente bullish ovviamente oggetto di correzioni inevitabili nei prossimi mesi che però non dovrebbero essere alla base di una decisione di smontare oggi l’investimento in essere. I motivi dovrebbero essere ben altri e avere obiettivi ben precisi.