Poco più di un mese fa avevo scritto un articolo che segnalava il “potenziale” segnale contrarian sull’azionario cinese dopo il disimpegno crescente di diversi emittenti da ETF su quel mercato. Ma qualche segnale stava giungendo anche dal mercato dei bond e puntuale ecco arrivare il delisting di un ETF obbligazionario cinese da parte di JPMorgan nelle scorse settimane.
L’ETF in questione è il JPM BetaBuilders China Aggregate Bond e il suo lancio datato 2022 non ha mai prodotto il successo atteso dalla casa di investimento americana. Masse amministrate modeste (appena 17 milioni di dollari) e così il 24 novembre cala il sipario su uno strumento che non ha mai scaldato il cuore degli investitori.
Un classico bond aggregate in versione esclusivamente cinese con titoli di Stato, obbligazioni di agenzie governative ed obbligazioni societarie tutte emesse in yuan. Strategia rigorosamente passiva l’ETF di JPM ha realizzato in tre anni la stessa performance di un ETF che invece di successo ne ha avuto come iShares China Bond, le cui masse amministrate superano i 400 milioni di dollari.
iShares China Bond: 2,5% annuo dal 2019
La perdita nel triennio nonostante un corposo calo nei tassi cinesi (e quindi aumento nei corsi dei titoli) e il modesto interesse del pubblico, ha consigliato alla casa americana un atteggiamento di razionalizzazione della gamma privandosi del mattoncino a reddito fisso cinese oggi poco appetibile per gli investitori europei visti i rendimenti cinesi bassi causa una deflazione che continua a mordere.
Un decennale cinese rende meno della metà di un Treasury americano ed oltre 90 punti base in meno di un Bund tedesco. Evidente lo scarso appeal che può suscitare negli investitori.
L’ETF di iShares, come detto, è stato probabilmente quello che più ha catturato l’interesse degli investitori al lancio. Attratti dalla narrativa del potenziale legato alla divisa di Pechino in realtà l’esperienza si sta rivelando deludente. Dal 2019 il guadagno è di appena il 16%, il 2,5% annuo lordo con una volatilità del 7% che non mette certo l’investimento tra quelli memorabili da ricordare soprattutto se confrontato con i BTP italiani.
iShares China Bond: segnale contrarian?
L’aspetto forse più consolante è quello grafico. L’ETF (graficamente ho riportato quello a distribuzione) ha sfiorato, ma non abbattuto, il supporto collegato ai minimi del 2023. Un timido rimbalzo è stato abbozzato, sarà necessaria quella continuità nel progresso che farebbe uscire dalle secche questo ETF.

Questo confermerebbe ancora una volta che l’uscita da certi mercati di alcuni player del settore scoraggiati dallo scarso seguito, può essere un interessante segnale da interpretare in ottica contrarian. Andando nella direzione esattamente opposta.