Il lancio sul mercato americano da parte di Vanguard di un ETF che investe in strumenti obbligazionari alternativi ai titoli di Stato è innovativo perché racchiude in un unico prodotto tutte quelle componenti di asset class che offrono il cosiddetto rendimento a spread. Una remunerazione teoricamente più alta del classico free risk statale naturalmente con annesso un rischio (volatilità) maggiore.
Strumento non presente al momento sui mercati europei, l’ETF di Vanguard Multi-Sector Bond permetterà agli investitori statunitensi di modulare a piacimento la componente governativa del mondo sviluppato con quella a spread.
Doveroso precisare che per obbligazionario a spread si intendono Corporate Bond Investment Grade, High Yield Bond, Emerging Market bond, ma anche ABS e Strutturati.
L’ETF di Vanguard si dividerà fra queste asset class con una maggiore inclinazione verso i corporate bond, ma anche gli emergenti potrebbero arrivare ad avere un peso fino al 20% del portafoglio. La gestione dell’ETF sarà attiva anche se il costo dello strumento è decisamente modesto (0,3% all’anno di spese correnti).
Con questa opzione Vanguard va quindi oltre i tradizionali ETF bond aggregate che mixano solitamente titoli di Stato e corporate bond ma escludendo emergenti e high yield.
ETF Obbligazionario a spread: un confronto
L’occasione di nuovo prodotto è quindi buona per fare un tagliando sul vantaggio (o lo svantaggio) che l’obbligazionario a spread ha offerto all’investitore globale.
Via quindi al confronto tra un classico governativo globale aperto al cambio e un global corporate investment grade, high yield ed emerging bond. Per fare questo confronto utilizzerò tutti ETF di iShares con una profondità storica che arriva fino al 2012.
Osservando gli ultimi 5 anni il risultato è clamoroso. I governativi globali (ex emergenti ovviamente) hanno infatti perso il 15%, mentre tutte le altre tre asset class sono positive. Gli high yield bond sono addirittura in guadagno del 20%, mentre i corporate con alto grado di qualità del credito realizzano un marginale zero virgola di performance. Nel mezzo i bond emergenti con +8%.
Il risultato non cambia a distanza di 10 anni. I governativi globali sono negativi per circa il 3% mentre gli high yield bond rimangono al comando con +45%, ma tallonati dai bond emergenti con +38%. Distanti i corporate investment grade a +20%.
Infine, andiamo ancora più indietro fino alla fine del 2012. Ancora una volta i bond governativi globali risultano flat, gli high yield raccolgono un eccellente +80% staccando di oltre 20 punti gli emergenti e ottenendo un premio aggiuntivo rispetto all’investment grade del 40%.
L’ETF di Vanguard appare dunque interessante perché permettere con due soli ETF di modulare la componente bond sulla base della propria propensione al rischio, esercizio che oggi richiede l’assemblaggio di più strumenti. Chissà se a breve anche il mercato europeo potrà essere oggetto di attenzioni da parte della casa di investimento americana che completerebbe una gamma già ricca ma che anche in alcuni prodotti bilanciati (Life Strategy) manca di diverse componenti presenti invece nel nuovo ETF.