La pandemia aveva praticamente demolito il settore dell’aerospazio e della difesa ma i venti di guerra in Ucraina hanno riacceso l’interesse per un comparto strategico per la sicurezza nazionale. Dopo aver toccato un massimo di prezzo nel 2019, il comparto si è sbriciolato di fronte ad una pandemia che azzerava i voli civili a causa del lockdown, ma anche ogni iniziativa militare sia reale che di addestramento.
Progetti di investimento congelati non solo per mancanza di domanda, ma anche perché le risorse governative erano dirottate nel tentativo di tamponare gli effetti sanitari del Covid e rilanciare la crescita economica concentrandosi su attività messe nell’angolo a causa di chiusure forzate.
Dai motori degli aerei fino alle armi da combattimento, tutto sembrava essere dimenticato fino a quando Putin non ha deciso di riportare in Europa la guerra. A quel punto le società mondiali operative nella difesa sono tornate ad essere ben comprate dagli investitori.
Investire nel settore della difesa con gli ETF
Esiste negli Stati Uniti un ETF tematico con una buona capitalizzazione che si chiama “iShares US Aerospace & Defense”. Il suo scopo è ovviamente quello di replicare l’andamento di un paniere di titoli operativi nel settore dello spazio e aeronautica e della difesa militare.
Relativamente concentrato nel numero di società che lo compongono (34 secondo l’ultima scheda mensile), questo strumento replica l’indice Dow Jones US Select Aerospace & Defence. Negli ultimi 10 anni, il comparto ha raccolto una performance annua del 13,5% contro il 15,3% dell'S&P 500. Con un beta di 1,2 e una volatilità del 27%, l’ETF di iShares si conferma uno strumento decisamente poco difensivo (la volatilità del principale indice di Borsa USA è del 17%).
Una delle cause di questa maggiore volatilità è la concentrazione su pochi strumenti che legano le sorti dell’ETF all’andamento in borsa di poche aziende. Altro elemento che accentua la sua volatilità è la dipendenza dalle scelte di budget del Governo americano, che ogni due anni subiscono importanti revisioni a causa delle diverse elezioni che alternano o confermano le maggioranze politiche al Congresso.
La concentrazione nell’ETF non è solamente nel numero di società presenti nel basket, ma anche nel fatto che poche compagnie coprono il 50% dell’intero portafoglio. Raytheon Technologies rappresenta il 23% del totale, seguita da Boeing (16%) e Lockheed Martin (7%).
Il crollo post-marzo 2020 causa pandemia aveva dimezzato le quotazioni, ma proprio nelle ultime settimane il recupero dei massimi storici si è quasi completato. La vicenda ucraina ha dato la spunto aggiuntiva ad un settore che sta ovviamente trovando nuova linfa dalle prevedibili nuove spese militari che non solo l’America, ma anche l’Europa dovrà mettere in conto per frenare in futuro le ambizioni della Russia.