L’ETF è un prodotto finanziario consolidato e diffuso tra gli investitori esperti e meno esperti. Non avendo ancora alle spalle una storia consolidata come quella dei fondi di investimento e considerando che non consentono le famose “retrocessioni” agli intermediari che collocano prodotti finanziari (l’ETF è quotato in borsa), questa particolare tipologia di prodotto che replica passivamente un indice trova certe resistenze alla sua espansione tra i clienti al dettaglio. La scarsa motivazione di certi consulenti finanziari delle banche nel proporlo ai loro clienti frena una diffusione che continua comunque ad essere globale.
Ma a cosa serve veramente un ETF?
Al netto degli indubbi vantaggi di basso costo del prodotto, l’ETF trova la sua ragione di essere in sei casi specifici:
- Costruzione di un portafoglio di investimento diversificato nel quale l’unico fattore di rischio è il beta di mercato, senza far entrare in gioco nessuna forma di discrezionalità da parte del gestore. Oggi esistono ETF che possono investire su tutte le classi di investimento più utilizzate dagli asset allocator di tutto il mondo a condizioni estremamente convenienti.
- Attività di trading intraday oppure giornaliera. Gli eccellenti livelli di efficienza raggiunta dai market maker e l’elevata liquidità di una buona parte di ETF che replicano gli indici principali, rendono l’ETF uno strumento eccellente per acquistare e vendere anche nella stessa giornata lo stesso prodotto senza sacrificare preziosi punti base di spread bid ask sul mercato.
- Coprire alcune tipologie di rischio come quello valutario (eur hedged) oppure di duration (short duration) o ancora geografico (ad esempio emergenti ex Giappone) è possibile grazie all’ampia gamma di strumenti a disposizione sia del trader che dell’investitore di lungo periodo.
- Gestire la liquidità nel breve periodo. Se un tempo era necessario acquistare in asta un BOT oppure sottoscrivere pronti contro termine con le banche, oggi numerosi ETF che investono in depositi o titoli di stato a brevissima scadenza consentono ad imprese e investitori privati di utilizzare questo mezzo per gestire la tesoreria o il conto di emergenza. I costi bassissimi combinati ai recenti rialzi nei rendimenti hanno fatto ritornare in auge anche i dimenticati ETF di liquidità.
- Accedere a nuovi mercati e settori è diventato più facile con gli ETF. Se qualche anno fa questa opzione era offerta solo da costosi fondi di investimento oppure acquistando direttamente sul mercato qualche azione, oggi con gli ETF settoriali, regionali o tematici, si può investire a basso costo su nicchie di mercato altrimenti inaccessibili ai piccoli investitori fino a poco tempo fa.
- Soddisfare con un unico prodotto il proprio desiderio di investire in modo sostenibile. I produttori di ETF sono da tempo concentrati nell’aumentare l’offerta di prodotti “sostenibili” SRI oppure ESG che possano assecondare i valori dell’investitore. Per chi cerca strumenti veicolino il denaro solamente verso azioni che rispettano determinati criteri come quello della protezione dell’ambiente, delle condizioni sociali del lavoratore e del governo aziendale, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Questi sono sei buoni motivi per i quali ritengo l’ETF degno di entrare a far parte di un portafoglio di investimento anche con diversi orizzonti temporali e obiettivi. L’ampia diffusione ormai raggiunta dagli ETF rende ognuno di questi scopi praticabile scegliendo tra una vasta offerta e costi modesti.