Attivo vs Passivo. Un tormentone che sembra destinato ad accompagnarci nei prossimi anni ma che diventa ancora più d’attualità in questa fase di pesanti correzioni di mercato.
Ho così provato a vedere come si sono comportati due recenti ETF lanciati da Avantis per comprendere se l’attivo ha fatto veramente meglio del passivo in una fase in cui lo stock picking dovrebbe aver mostrato le sue qualità.
Purtroppo per il primo, quello che coinvolge il mondo Small Cap value, non abbiamo la possibilità di confrontare la medesima area geografica. Per il secondo, che investe sull’azionario globale, invece sì ma anche in questo caso ci sono delle differenze collegate al fatto che l’ETF attivo può investire anche in piccole capitalizzazioni dell’azionario mondiale cosa non praticabile dai tradizionali ETF World.
ETF: attivo contro passivo, un confronto
Confronteremo SPDR Msci Us Small Cap Value Weighted e Avantis Global Small Cap Value. Gli unici dati di cui disponiamo sono quelli che ci mostrano le performance a 6 mesi. E in questa valle di lacrime che sono i mercati recenti, l’attivismo di Avantis ha permesso di perdere meno di SPDR anche se ripetiamo la differenza di circa 3 punti percentuali è probabilmente da imputare alla componente globale del portafoglio e alla non completa sovrapposizione valutaria (lo SPDR 100% dollaro Usa, mentre Avantis circa il 60%).
Un confronto più interessante per capire se la gestione attiva ha saputo fare meglio di quella passiva si può verificare confrontando l’ETF iShares Core Msci World con Avantis Global Equity che al suo interno ha una piccola componente anche di piccole capitalizzazioni dei mercati globali. In questo caso gli ultimi sei mesi hanno sorriso alla gestione passiva con una minore perdita misurabile probabilmente proprio nella maggior sensibilità ai cali di aziende mid e small.
Da questo confronto tutto sommato non sembrano perciò emergere un grande valore aggiunto nel possedere ETF a gestione attiva rispetto a quelli passivi.
Ho così aggiunto un altro ETF attivo nel confronto sull’investimento globale. Nello specifico ho osservato la performance degli ultimi sei mesi di JP Morgan Global Research Enhanced Index Equity (ESG). E il risultato ancora una volta sembra portare sempre alla stessa conclusione. Infatti, nel semestre di correzione dei mercati, la gestione attiva non ha portato nessun beneficio all’investitore risultando seppur marginalmente il peggiore del lotto. Anche in questo caso ci sono differenze marginali (ESG) ma se queste non esistessero non potremmo ovviamente parlare di gestione attiva.
In conclusione, possiamo dire che questo mercato orso per il momento non sta fornendo risposte poi così favorevoli agli ETF attivi. Vero che il campione analizzato è molto limitato, ma l’impressione è che a fronte di un maggior costo pagato dall’investitore, un reale alpha si faccia fatica a scorgere all’orizzonte. I prossimi anni ci daranno risposte forse più convincenti.