La volatilità sui mercati finanziari non bussa mai alla porta e ritorna sempre in modo improvviso. Quando si decide l'asset allocation dei propri investimenti, questa è una delle variabili che maggiormente differenza il grado di rischio degli investitori e le performance dei propri impieghi. Sbagliare il timing o lo strumento finanziario può provocare danni difficili da recuperare o recuperabili solo nel lunghissimo periodo.
La volatilità non interessa solo le azioni o gli indici di Borsa ma è una voce che contraddistingue, in maniera più o meno marcata, ogni strumento finanziario, ovviamente anche quelli a gestione passiva come gli Exchange Traded Funds. Strumenti che tuttavia con i giusti accorgimenti e un asset allocation adeguata possono aiutare a ridurre il rischio del proprio portafoglio quando i mercati vanno sulle montagne russe.
Portafoglio anti-volatilità: 3 ETF per difendere i propri risparmi
Oggi proviamo dunque a vedere come ci si può difendere da un'ondata di volatilità con gli ETF. Purtroppo per gli investitori le correlazioni tradizionali non sempre funzionano e non di rado assistiamo a ribassi sui mercati azionari associati a ribassi, seppur più modesti, sui mercati obbligazionari o dell’oro, il bene rifugio per eccellenza. Siccome però la correlazione 1 è un evento raro, il consiglio in questi casi è quello di creare un mini paniere costituito da tre ETF che possono rappresentare dei punti di riferimento piuttosto solidi nei momenti di tensione.
Magari non funzioneranno tutti assieme allo stesso modo, ma è probabile che il cuscinetto offerto possa garantire una certa stabilità nel capitale investito se non addirittura un incremento dello stesso quando il Vix (indice che misura le aspettative di volatilità) decolla verso l’alto.
I tre ETF (anzi due perché quello sull’oro è un ETC) che mi sento di consigliare per creare il solido ammortizzatore sono:
- Xtrackers Global Government Bond Eur hedged (ISIN LU0690964092)
- Xtrackers Japanese Government Bond (ISIN LU0690964092)
- Invesco Physical Gold (ISIN IE00B579F325)
Come potete vedere ho inserito volutamente uno strumento che investe in obbligazioni governative mondiali a cambio coperto, uno strumento che investe in obbligazioni giapponesi a cambio aperto (Yen), uno strumento che investe in oro a cambio aperto (Usd). I motivi sono fondamentalmente legati al fatto che quando le cose si mettono male gli investitori mondiali dirigono la loro prua verso asset cosiddetti free risk o comunque beni rifugio. Yen, oro, Dollaro USA sono da sempre, insieme al Franco svizzero, i beni rifugio per antonomasia.
Portafoglio anti-volatilità: perchè questi ETF
Pur fornendo rendimenti modesti ed una duration piuttosto lunga, il primo ETF che investe nelle obbligazioni statali ci permetterà di investire in bond sicuri che il mercato apprezzerà soprattutto quando cercherà alternative al tradizionale azionario per ridurre il rischio di portafoglio. La copertura del cambio è fondamentale per eliminare un fattore di rischio ma anche perché gli altri due tasselli della gamba “protezione” hanno il cambio aperto.
Il secondo ETF investe nelle obbligazioni giapponesi, rigorosamente titoli di stato. Perché investire in uno strumento che già in partenza ha un rendimento a scadenza pari a zero? Perché zero è meglio di meno di zero e perché lo Yen è da sempre una valuta sulla quale vanno gli investitori istituzionali alla ricerca di sicurezza.
Il terzo strumento è un ETC (quindi attenzione perché qui entra in gioco il rischio emittente) che investe in oro fisico a cambio aperto. Abbiamo in questo caso due componenti che in teoria dovrebbero proteggere l’investitore dal rischio. L’oro, bene rifugio per eccellenza, e il Dollaro americano una valuta che come lo Yen ritrova smalto nei momenti di tensione.
Conclusioni: rendimenti zero ma sonni più tranquilli
Alcuni oggi aggiungerebbero anche un ETC che investe su Bitcoin (qui le quotazioni real time), ma sinceramente credo che ancora non ci sia la profondità storica ed il mercato giusto per dare a Bitcoin la dignità di strumento di portafoglio anti volatilità.
Nulla vieta che un investitore di lungo periodo possa decidere di investire in modo strutturale una porzione del suo portafoglio in questi strumenti. Consapevoli dell’assenza di rendimento questi cuscinetti faranno dormire sonni più tranquilli a chi ha fette di capitali investite su strumenti più rischiosi, come le azioni che ovviamente non possono mai mancare se si vuole garantire al proprio capitale un pò di prospettiva di crescita nel tempo.