Viviamo indubbiamente nell’era dell’abbondanza per quello che riguarda il mercato degli ETF. Le emissioni di nuovi prodotti continuano ad essere sostenute, soprattutto di ETF che fanno della sostenibilità la loro caratteristica peculiare. Questo permette di investire praticamente su qualsiasi asset azionario o obbligazionario che sia.
Questa abbondanza ci porta spesso a dare per scontato che certe strategie sono implementabili sempre e comunque, ma non sempre è così. Con la rinnovata debolezza del dollaro americano è tornata d’attualità la copertura del rischio cambio. E quindi via tutti a cercare ETF in versione "Eur Hedged".
La delusione deve essere stata tanta in chi pensava che all’interno del segmento azionario quasi tutti i principali indici fossero “copribili” scoprendo che non è proprio così. Ad esempio tutto il segmento azionario emergente non rientra tra i segmenti di mercato che offrono la copertura dal rischio di cambio. Vediamo quindi nel dettaglio cosa oggi è possibile acquistare a cambio coperto nel segmento azionario quotato in Europa e cosa no.
Gli ETF "Eur Hedged"
Cominciamo da quei pezzettini di asset allocation che possono soddisfare il requisito delle parole "Eur Hedged" nella loro descrizione. Cominciamo intanto con il dire che quello che interessa veramente ad un investitore europeo sono gli ETF Eur Hedged e non quelli Us Hedged o Chf Hedged o Gbp Hedged che coprono le rispettive valute nazionali.
Secondo il motore di ricerca JustETF, sono oltre 90 gli ETF a cambio coperto azionari attualmente acquistabili. Inserendo come filtro ulteriore quello dei 100 miliardi di capitalizzazione arriviamo alla metà dei prodotti in versione Eur hedged. Ma cosa troviamo dentro questa lista?
Cominciamo dagli indici principali. Msci World e All Country World, ovvero azionario mondiale con e senza mercati emergenti; S&P500 americano anche nella versione a pesi costanti, Nikkey, Msci e Topix Giappone, Nasdaq 100, Msci USA, Msci Canada, Msci Svizzera, Msci Australia, Msci Europe (per la parte UK, Svizzera, Svezia, ecc..), Ftse100 Gran Bretagna.
Poi ci sono una serie di smart beta e tematici emessi anche nella versione a cambio coperto. Vediamoli.
Per quello che riguarda gli ETF fattoriali è possibile coprire il rischio su ETF Min Volatility, US Dividend Aristrocrats, Quality, Multifactor. Per i tematici/settoriali la copertura è possibile su Global Gender Equality, S&P500 Health Care.
Esistono anche altri strumenti molto sottili con capitalizzazione di mercato inferiore ai 20 milioni di euro che non vale la pena di considerare. Per molti dei comparti segnalati sopra esistono anche le corrispondenti versioni ESG.
Quello del cambio sembra essere un fattore di rischio particolarmente sentito oggi da investitori che hanno beneficiato enormemente della rivalutazione del dollaro negli ultimi anni, ma che ora temono di veder evaporare parte dei guadagni a causa della debolezza prospettica del biglietto verde qualora la FED cominciasse a far trapelare il desiderio di un certo disimpegno dall’attuale politica di rialzo del costo del denaro. Vale sempre la pena di ricordare che la copertura verso dollaro americano soprattutto ha un costo dipendente dal differenziale tassi tra area USA e Euro. Nel caso invece degli asset azionari giapponesi la copertura non ha un costo bensì un premio.