Il rame si infiamma dopo la minaccia di Trump di mettere dazi del 50% sulle importazioni di quello che in gergo viene definito oro rosso.
Un rialzo che per gli investitori europei si riduce al 20% a causa della debolezza del dollaro americano. Come vediamo dal grafico dell’ETC di WisdomTree quotato sui mercati italiani (WisdomTree Copper), il Copper sta tornando a ridosso dei massimi dell’anno. Il test della media mobile a 200 giorni è stato eccellente nel catturare il minimo da cui è riparto l’ETC.
La mossa di Trump mira a ridurre la dipendenza dall’import di rame del Paese, attualmente la metà dei consumi e prevalentemente acquistato Cile e Canada.
La necessità di garantirsi scorte prima dell’eventuale applicazione di dazi farà scattare una sorta di accaparramento sul mercato tale da generare pressioni al rialzo sui prezzi nel breve termine come in effetti sta accadendo.
Investire nelle società del settore rame con gli ETF
Il rame è il terzo metallo più utilizzato al mondo ed cruciale nella produzione di vari beni nel settore dell’elettronica, dei macchinari e automobilistici.
Ma oltre alla materia prima è possibile anche investire nelle società operative nell’estrazione e lavorazione del rame. Global X e iShares commercializzano due ETF dal nome identico, Copper Miners, con costi annui di gestione nell’intorno del mezzo punto percentuale (Global X Copper Miners UCITS ETF Accum e Ishares Copper Miners Ucits ETF).
Solo l’ETF di Global X ci permette però di avere una performance a 3 anni e quindi mi sembra interessante gettare un occhio su un prodotto che nell’ultimo triennio ha offerto all’investitore europeo un ritorno di oltre il 45%, quasi il doppio rispetto all’andamento della materia prima sintetizzata dall’ETC visto poco fa.

L’ETF è composto da una quarantina di società con il Canada che rappresenta il paese dominante con il 36% di peso seguito dall’Australia con il 12% e poi gli Stati Uniti.
In realtà la concentrazione non è elevata, pur tenendo in considerazione che il numero delle società è modesto. Le top 10 infatti pesano per meno della metà dell’ETF e questo per un tematico è un fattore da annotare.
I nomi di queste società sono per lo più sconosciuti ai non addetti ai lavori. First Quantum, Sumitomo, Lundin Mining, Antofagasta ricoprono le prime posizioni per peso all’interno di un fondo che come detto raduna le principali società globali attive nell'esplorazione, estrazione e/o raffinazione del rame.
Il rapporto prezzo utili di 17 e prezzo valore di libro di 1,4 testimonia che questo settore ad oggi non ha ancora valutazioni troppo elevate. Interessante anche il dato del beta fornito da Global X, ovvero 0,8 rispetto allo S&P 500, ma 1,3 rispetto ai mercati emergenti. La volatilità non è irrilevante viaggiando ad un ritmo del 28% per anno.
Un settore che sta dunque tornando all’attenzione degli operatori dopo i recenti annunci di Trump e che attraverso l’ETF offre la possibilità agli investitori di cavalcare non solo l’onda della materia prima, ma anche quella del business aziendale attivo in questo universo dell’oro rosso.