Molto spesso mi ritrovo a leggere report che celebrano l’azionario emergente come l’asset di investimento probabilmente con le migliori attese di rendimento per i prossimi 10 anni. Non è caro come l’azionario americano, i fondamentali sono buoni, la Cina ha una fetta importante dell’indice. Tutto teoricamente corretto ma allora perché il mercato finora non ha premiato il mondo emergente?
Dando per buona la teoria dell’efficienza del mercato e dei suoi prezzi, è evidente che la discrepanza tra i Paesi sviluppati e quelli emergenti ha messo in luce una differente view degli investitori. L’ultima decade ha visto l'indice MSCI World (azionario globale delle Nazioni sviluppate) crescere ad un ritmo del 11% annuo composto.
Nello stesso arco temporale l’indice dei Paesi emergenti, l'MSCI Emerging Markets ha invece realizzato, sempre in versione total return, un ritorno annuo composto del 4,6%. Tutto questo con un livello di volatilità molto simile che sui 5 anni è misurabile in 16,4% per MSCI World e 15,7% per Emerging Markets.
Mercati emergenti: i rendimenti delle obbligazioni emesse in dollari USA
Investire in obbligazioni dei Paesi emergenti emesse in hard currency (quindi in dollari americani) negli ultimi 10 anni ho fornito un rendimento annuo composto del 5,6%, l'1% in più rispetto alle azioni e con una volatilità decisamente inferiore. Se mi spostassi ancora più indietro ai tempi della Grande Crisi Finanziaria il divario sarebbe ancora più ampio con l’obbligazionario in grado di offrire rendimenti annui di oltre 200 punti base superiori a quelli dell’azionario.
Tante le motivazioni alla base di questa anomalia tra cui anche quella legata alla svalutazione delle divise locali che ha inciso sulle Borse (nello stesso arco temporale un investimento in bond emergenti avrebbe reso poco meno del 1% all’anno) e la progressiva riduzione dei tassi di interesse globali che naturalmente ha favorito i bond.
Questa dinamica trova periodi nei quali il premio per il rischio offerto dall’azionario garantisce ritorni maggiori (ad esempio negli ultimi 5 anni l’equity emergente ha viaggiato al ritmo di 13% annuo di rendimento contro il 5% dei bond), ma i drawdown decisamente minori ed un rapporto rischio rendimento comunque non disprezzabile per le obbligazioni, fanno pensare all’opportunità di ripartire una parte del rischio emergente su strumenti di natura obbligazionaria all’interno di un portafoglio di investimento diversificato.
Obbligazioni Paesi emergenti: gli ETF per investirci
Sul mercato esistono numerosi ETF che permettono di investire sulle obbligazioni governative o anche corporate dei Paesi emergenti. Esistono strumenti a cambio aperto (quindi in dollari USA) oppure coperto (Eur hedged). A distribuzione oppure ad accumulazione. Di seguito trovate tre ETF che possono permettere all’investitore di soddisfare le proprie esigenze di investimento diversificando la pur sempre rischiosa esposizione al mondo delle obbligazioni emergenti.
Vanguard Usd Emerging Markets Government Bond (ISIN IE00BZ163L38) a distribuzione cambio aperto
iShares J.P. Morgan USD EM Bond EUR Hedged (ISIN IE00B9M6RS56) a cambio coperto
Vanguard USD Emerging Markets Government Bond (ISIN IE00BGYWCB81) cambio aperto ad accumulazione.