Sono sempre più numerosi e comincia perciò anche essere interessante capire se e come le loro dinamiche sono diverse rispetto agli ETF tradizionali. Sto parlando degli ETF ESG e in questo articolo cerchiamo di capire quali sono stati gli strumenti migliori e peggiori dell’ultimo anno sulla base dei dati di performance.
Con una performance che supera il 30% a fine novembre, Xtrackers Msci Europe ha letteralmente dominato la scena perdendo però terreno per circa 6 punti percentuali rispetto al cuginetto non ESG (che, ricordiamo sta per Environmental cioè ambientale, Social, sociale, e Governance, ossia governo societario). Al secondo posto la versione Esg di SPDR Aristocrats che riesce a superare l’asticella del +10% anche grazie al dollaro e al ritorno di fiamma sui titoli value. In questo caso la performance è praticamente identica tra la versione Aristocrats ESG e il flagship storico di casa SPDR.
Al terzo posto sempre con un rendimento in doppia cifra troviamo una grande sorpresa. L’ETF iShares USD Ultrashort Bond ESG che sfruttando la bassissima duration e il rafforzamento del dollaro ha evidenziato come questo è stato l’anno del Cash King Dollar. L’ETF investe in obbligazioni corporate globali con scadenza entro i 3 anni emesse in dollari, ma l’attuale duration di 0,2 ha permesso a questo strumento di evitare il massacro che ha colpito la maggior parte della curva obbligazionaria. Completano la quarta e la quinta piazza uno strumento azionario emergente come Xtrackers Emerging Latin America e uno obbligazionario ancora in dollari ancora con duration corta come Amundi Floating Rate Usd.
I prodotti che hanno fatto peggio
Passiamo adesso all’angolo dei peggiori degli ultimi 12 mesi, sempre in versione sostenibile. Qui troviamo un’infilata di ETF tematici che ci ricorda come quest’anno è stato veramente nero per quegli investimenti di nicchia che avevano occupato i cuori degli investitori nel 2021. Il peggior ETF ESG dell’ultimo anno è stato HanEtf Purpose Enterprise Software con un calo di quasi il 50% seguito a poca distanza da Rize Medical Cannabies and Life Sciences e VanEck Hydrogen Economy. Completano la top five dei peggiori sempre con ribassi superiori al 40%, l’ETF BNP Paribas Epra Developed Europe ex UK Green e WisdowTree Cyber Security.
Per alcuni di questi l’ingresso nel recinto della sostenibilità è sancito dalla decisione dell’emittente di catalogare i prodotti secondo la normativa SFDR come articolo 8 o articolo 9. Sono ben 14 i tematici ESG che negli ultimi 12 mesi hanno perso oltre il 25%. Il primo ETF, diciamo tradizionale, con esposizione geografica mirata è il Lyxor MDAX che investe nelle medie capitalizzazioni tedesche e che nell’ultimo anno ha lasciato sul terreno quasi il 30%.
Un mondo ancora in evoluzione quello ESG ma che non mancherò di presidiare anche nei prossimi mesi visto il crescente interesse e l’importante offerta che sia investitori che produttori stanno riponendo sul segmento della sostenibilità. Curioso comunque notare che il miglior ETF ESG del 2022 rischi di diventare proprio uno strumento pieno zeppo di petroliferi.