Michael Burry va short sul settore dei semiconduttori. Il celebre “guru” diventato celebre per aver previsto il collasso del mercato immobiliare americano nel 2008 (da qui il film Big Short) oggi caduto un po' in disgrazia, cerca nuova visibilità lanciando la sua visione ribassista sul settore dei seminconduttori.
Considerando la recente chiusura con tanto di abbondante perdita nell’ordine del 40% di un trade short su S&P500 e Nasdaq, non possiamo che guardare con estremo interesse contrarian l’annuncio di Burry che cerca con questa mossa di creare un po' di fumo di fronte alla chiamata sbagliata (Il portfolio di Micheal Burry). Ma come si è mosso il settore dei semiconduttori fino ad oggi?
Diversi gli ETF tematici quotati sul mercato, ma sicuramente VanEck Seminconductor e iShares Msci Global Semiconductor rappresentano i due strumenti più capitalizzati e importanti sui quali fare delle valutazioni.
ETF Semiconduttori vs azionario globale: il confronto
Prendiamo ad esempio i due ETF e mettiamoli a confronto con un classico ETF che investe in azioni a livello mondiale. Immediatamente percepiamo che il settore da inizio 2022 in avanti è andato meglio rispetto all’azionario mondiale.
Sono quasi 10 i punti percentuali di distacco nella performance rispetto a iShares Msci World collezionati da VanEck e questo ci fa capire come seguire la logica di Burry di andare short ora non ha una grandissima valenza. Si scommette contro il mercato nella speranza di avere notizie che altri non hanno nelle loro disponibilità.
Naturalmente la volatilità del settore semiconduttori è elevata (13% l’azionario globale e 28% l’ETF di VanEck) ma il rischio appare ripagato. Sempre rimanendo sull’ETF di VanEck va sottolineato che ha un cap per società del 10% e vengono applicati criteri di filtro ESG come previsto dalla politica di gestione.
Una percentuale del 10% che è raggiunto da quattro società come Broadcom, TSMC, Asml e Nvidia. Sono 25 le società attualmente contenute nell’ETF per il 75% americane e per il resto ripartite tra Olanda e Taiwan. Diversificazione che come tanti tematici non appare soddisfacente, ma i big player nel settore non sono tanti e l’ETF li comprende praticamente tutti a livello globale.
Le valutazioni, e qui entriamo nel territorio dove si gioca la partita Burry, non sono così esagerate se rapportate all’indice mondiale. Il factsheet di VanEck ci dice che il rapporto prezzo utili del settore dei semiconduttori è di 25, nulla di clamoroso per parlare di un mercato in bolla.
Graficamente l’ETF di dice una cosa importante. Il mercato dopo due trimestri nel 2023 in cui ha tentato di sfondare al rialzo il massimo del 2021, finalmente ha rotto verso l’alto. E questo segnale i graficisti o hanno motivi forti per considerlo una cosiddetta trappola per tori, oppure indica una ripartenza che dal Covid in avanti non aveva avuto seguito. La scelta di Michael Burry in questo caso sembra essere molto coraggiosa. Vedremo se avrà ragione.