C’è un mercato azionario nel mondo emergente che sta dimostrando una certa resilienza agli eventi pandemici e di guerra che lo stanno circondato. Sto parlando della Borsa indiana che, nonostante una valuta ai minimi storici, si è allontanata di poco dal top di qualche settimana fa.
L’astensione del Paese durante il voto sulla risoluzione ONU contro l’invasione russa ha creato molti dissapori in Occidente, ma la Nazione è sempre stata vicina a Mosca sia per motivi geografici che politici. Un problema per l’India è rappresentato dal movimento imponente verso l’alto da parte del prezzo del petrolio e di altre materie prime.
Azioni India: ribasso contenuto nonostante rally petrolio
Se il frumento ad esempio non rappresenta un grande problema essendo l’India il secondo produttore al mondo con la materia prima quasi tutta destinata alla produzione interna, il greggio è una fonte energetica vitale per l’energivora industria domestica.
Oltre l’85% del petrolio viene importato e con un WTI su massimi pluriennali la bolletta energetica si stima raddoppierà mettendo a serio rischio la ripresa economica post-Covid. Pur subendo deflussi nelle ultime settimane per oltre 15 miliardi di dollari, il mercato azionario ha però retto molto bene con una perdita da inizio anno che non ha ancora superato il 10%.
L’indice MSCI è poi reduce da tre anni consecutivi di rialzo, con una variazione di oltre il +30% nel 2021. Ritracciamento salutare che anzi potrebbe nascondere delle opportunità se si facesse più profondo in direzione di quella linea di tendenza che unisce diversi massimi crescenti che hanno caratterizzato il mercato dal 2007 a oggi.
Azioni India: i ribassi costituiscono occasione di acquisto?
L’ETF di Lyxor Msci India (ISIN FR0010361683) pur essendo caro (0,85% all’anno) e a replica sintetica, ha una storia e una capitalizzazione tale da garantire una certa liquidità. Il problema principale di questo strumento è semmai la tracking difference, ovvero l’incapacità di replicare esattamente l’andamento del benchmark. I differenziali di performance dal 2018 non sono mai stati superiori al -1,5%.
L’esposizione dell’ETF a livello settoriale è divisa tra finanziario, tecnologico e energetico. Un quarto del paniere è coperto da azioni bancarie-assicurative, mentre il 18% è rappresentato dal settore dell’information tech e il 12% dal settore dell’energia poi completato da un altro 9% di materials/risorse di base.
Negli ultimi 10 anni, l'MSCI India misurato in dollari USA ha sovraperformato alla grande l’indice generico emergente (+7,7% annuo contro +3,6%). Una forza legata soprattutto ai numeri da stile “growth” della Borsa indiana. Il rapporto prezzo utili è quasi doppio rispetto al 14 dell'MSCI Emerging Market, mentre il dividend yield è pari alla metà.
Un mercato quello indiano che quindi sembra ancora rappresentare un buon strumento di diversificazione dalla generica esposizione al mondo emergente fagocitata dalla presenza molto ingombrante della Cina.
Se le azioni dovessero subire ancora pressioni verso il basso una limatura di un ulteriore 10-15% dai livelli di prezzo attuali potrebbe rappresentare anche tecnicamente una buona opportunità di ingresso per investitori di lungo periodo.