L’ex locomotiva d’Europa è in crisi. Politica ma anche economica. Dopo che il primo ministro Olaf Scholz ha deciso di indire elezioni anticipate a febbraio 2025 prendendo atto del calo importante del consenso elettorale all’interno del Paese, la Germania è diventato il grande malato d’Europa. Afflitto da populismi e frammentazione politica, incapace di esprimere una maggioranza solida e capace di portare il Paese fuori dalle secche della recessione.
Perché il secondo tema è proprio quello economico. L’industria dell’auto in crisi a causa della transizione green e della concorrenza elettrica cinese, ma anche lo stesso rallentamento nella crescita della Cina, stanno insieme colpendo duro il tessuto imprenditoriale tedesco. Ma come si sta riflettendo questa crisi nella Borsa locale? Poco nelle Large Cap, tanto nelle Mid Cap.
Crisi Germania: l'impatto su Large Cap e Mid Cap
Sul mercato europeo sono quotati una ventina di ETF che replicano l’indice DAX, ma anche il MDAX (che sta per Mid Cap) e il Tech DAX.
Cominciamo da quest’ultimo dal quale sarebbe stato lecito attendersi una performance importante visto quello che è successo nel resto del mondo nel settore tecnologico. Invece il Tech DAX arranca con gli ultimi 3 anni a -15%. Con le prime 10 partecipazioni a pesare per l’80% dell’indice si capisce bene come le sorti di questo ETF siano legate a Infineon, SAP, Deutsche Telekom e Siemens che insieme fanno quasi il 60% dell’ETF.
Peggio fanno però le Mid Cap. Confrontando l’indice MDAX con lo Stoxx Europe Mid 200 scopriamo che l’ultimo triennio ha fatto registrare per il primo una performance negativa del 30%, per il secondo una performance flat. La concentrazione nel settore industriale (27%) e lo scarso peso dei finanziari ha sicuramente pesato per un ETF dove di nuovo si vede una certa concentrazione di aziende nella top ten (il 43% dell’ETF).
Infine, il confronto tra pesi massimi, ovvero Euro Stoxx 50 (dove naturalmente ci sono anche aziende tedesche per un quarto del portafoglio) e DAX.
Nonostante la crisi del settore auto e le difficoltà del settore tech, il DAX a distanza di 3 anni è in ritardo di appena 3 punti percentuali rispetto all’Euro Stoxx 50 che guadagna il 23%. Addirittura, il DAX fa meglio a 12 mesi. Le valutazioni del DAX continuano a rimanere interessanti con un rapporto prezzo utili di 14 e questo è un buon motivo per credere ancora in questo mercato.
Nonostante la dichiarata crisi economica e politica la borsa tedesca, almeno nel segmento delle Large Cap, non sembra essere così in difficoltà.
Anche nel confronto con l’indice francese CAC40, in pesante ritardo nel 2024, il DAX esce nettamente vincente. E questo sembra essere un buon incentivo nel credere che alla fine anche questa crisi passerà e l’economia tedesca ed europea ne usciranno rafforzate. Speriamo anche in Borsa.