Quanto è costato essere prudenti negli ultimi 4 anni sui mercati finanziari? Per avere questa risposta ho cercato di fare un test mettendo a confronto due portafogli costituiti da un paio di ETF. L'orizzonte temporale è gennaio 2021-novembre 2024 per prendere un periodo caratterizzato da bear market e poderoso rally di Borsa.
Il primo portafoglio è stato riempito con un 60% di azionario globale costituito da azioni a bassa volatilità (ETF Smart Beta Min Volatility) e da un 40% di investimento monetario in euro. Ishares Edge World Min Volatility e il classico Xeon di Xtrackers che investe in depositi in euro.
Il secondo portafoglio è invece stato costruito con un classico ETF azionario globale a cui sommare un ETF obbligazionario aggregate eur hedged. In questo modo la componente azionaria sarà composta da azioni a bassa volatilità come la parte obbligazionaria sarà rappresentata da duration più lunghe e in teoria redditizie. In questo caso gli ETF utilizzati sono stati iShares Core Msci World e Xtrackers Global Aggregate Bond.
Il risultato dimostra quanto ha inciso sul risultato finale la scelta di prudenza pur mantenendo un peso in azioni del 60%.
Portafoglio prudente vs classico: i risultati del confronto
Il portafoglio prudente dal 2021 a oggi ha raccolto un rendimento annuo composto del 6,2% con 10 mila euro investiti che si sono trasformati in 12.663€. Il portafoglio classico invece ha raccolto un rendimento annuo composto del 8,1% (sempre dati lordo fiscalità) per un controvalore finale valorizzato a fine ottobre 2024 di 13.593€. Sono quasi mille euro su 10 mila investiti gli euro lasciati sul terreno per aver scelto una maggiore dose di prudenza.
Sappiamo però che il rendimento è una delle componenti che definiscono efficiente un portafoglio. L’altra componente è ad esempio la volatilità. Che ha fatto esattamente il suo lavoro nel portafoglio prudente essendo risultata pari al 6,8% contro il 9,1% del portafoglio classico.
Anche il massimo drawdown dei due portafogli è stato differente in questo arco di tempo con -6,8% nel caso del portafoglio prudente e -14% in quello classico.
E questo ci porta al punto che spiega perché tutto sommato quel gap di rendimento non è da considerare deludente. Lo Sharpe Ratio infatti, il classico indicatore utilizzato per misurare quanto rendimento si è ottenuto per unità di rischio corso, è superiore per il portafoglio a bassa volatilità (0,67) rispetto al tradizionale (0,73).
A fine 2022, dopo la correzione che ha coinvolto bond ed equity, il portafoglio più prudente era sopra in valori assoluti di oltre 700 euro confermando la sua capacità protettiva durante i drawdown combinando azioni difensive e rischio duration azzerato.
Questo ci porta a dire che come sempre è questione sì di obiettivi, ma anche di quanti rischi si vogliono correre quando si investe. E per il rischio corso, questo portafoglio prudente tutto sommato ha fatto il suo mestiere.