E se fosse una trappola per tori quella che stiamo vedendo sui mercati azionari? Il rimbalzo maturato dai minimi di metà ottobre ha superato il 15% di performance sulla borsa americana e su quelle europee. Sui motivi si sono scritte paginate di notizie e commenti. L’inflazione americana di ottobre inferiore alle aspettative ha stupito i mercati offrendo la sponda all’ipotesi che la FED nell’ultima riunione di dicembre non alzi i tassi di interesse di 75 punti base, ma solo di 50 punti base.
Un cambiamento che oltre all’entità, avrebbe un impatto notevole sul proseguimento del percorso di aumento nel costo del denaro. A quel punto in rallentamento e destinato ad esaurirsi nella prima metà del 2023, quando la congiuntura economica più debole potrebbe rendere necessario un approccio diverso e favorevole a chi utilizza il tasso di interesse per definire delle stime di valutazione attraverso l’attualizzazione dei flussi di cassa (dividendi) futuri.
I mercati azionari si sono così mossi velocemente verso le prime resistenze tecniche degne di nota. Indubbiamente gli indici americani sono quelli sui quali i trend followers potrebbero ragionare con maggior convinzione per adottare una strategia short alla luce del grafico del S&P500, ma le stesse considerazioni si possono fare per altri indici europei.
Gli ETF per investire al ribasso sugli indici
Per strategia short (o corta) si intende l’acquisto di strumenti finanziari che guadagnano quando il valore di riferimento di un certo asset sottostante scende. Nello specifico di un indice azionario, quando un piccolo investitore vuole guadagnare scommettendo sul ribasso dei prezzi, allora è necessario trovare uno strumento a basso costo e soprattutto accessibile (i contratti futures sono accessibili solo a soggetti istituzionali) in grado di fornire ritorni positivi durante il ribasso del mercato. Su Borsa Italiana sono quotati diversi ETF con queste caratteristiche che nello specifico investono sulla borsa americana (S&P500), tedesca (DAX), italiana (FTSEMIB) e inglese (FTSE100). Esistono anche ETF cosiddetti a leva dove la scommessa viene amplificata per due.
Naturalmente anche in questo caso sottostanti a questi ETF ci sono dei contratti derivati che però, incapsulati dentro un ETF, garantiscono l’accesso al piccolo investitore anche con pochi euro a strategie altrimenti non praticabili.
Xtrackers fa la parte del leone a livello di offerta di ETF short. Praticamente in esclusiva la casa tedesca offre la possibilità di scommettere al ribasso su tutti i principali listini azionari con masse amministrate che, fatta eccezione per lo short sulla borsa inglese Ftse100, superano i 100 milioni di euro. I costi sono contenuti; per spese correnti indicate nel KIID si va da 0,40% annuo dell’ETF Short Dax Daily swap (e anche Euro Stoxx 50) a 0,50% del S&P500 Inverse Daily Swap e del Ftse 100 Short daily.
La performance di questi ETF nell’ultimo anno è ovviamente positiva (fatta eccezione per lo short sulla borsa inglese), ma quello che bisogna sempre ricordare con questi strumenti è la progressiva inefficienza che i prodotti accumulano con il passare dei mesi a causa dei costi di rolling applicati periodicamente sui contratti futures sottostanti.
Per chi comunque crede che il ribasso delle borse non è ancora giunto al termine la possibilità di investire con strumenti semplici e liquidi esiste. Attenzione però al rischio che si sopporta su strumenti da considerare comunque complessi e soprattutto che remano contro la tendenza dominante di lungo periodo di un indice azionario, quella rialzista.