L'industria del risparmio gestito in questo 2025 ha abbracciato senza indugio la narrativa dell’investire al netto degli Stati Uniti, ma anche dell’investire nelle sole Mega Cap o al netto di esse (quasi tutte americane), considerando come tali quelle società quotate in Borsa con capitalizzazioni di mercato monstre.
Le celebri sette sorelle americane fanno parte di un club che alcuni emittenti hanno già cominciato a presidiare. Come Amundi che nel 2024 ha lanciato un ETF specifico sia per l’investimento nelle grandi capitalizzazioni americane che in tutto il resto tranne le megacap.
Ci ha pensato UBS non solo a fare concorrenza ad Amundi con nuovi ETF a costi ancora più contenuti (0,12% l’anno) operativi sul mercato americano, ma a rilanciare offrendo per la prima volta in Europa due ETF che investono sulle Mega Cap globali e sull’azionario mondiale al netto delle Mega Cap. La possibilità di investire sul mercato globale quindi si amplia.
 
 
Investire nelle Mega Cap mondiali o al netto delle Mega Cap: due nuovi ETF
Sempre utilizzando come indici di riferimento gli Msci, gli ETF UBS MSCI World Mega Cap e UBS MSCI World ex Mega Cap che verranno quotati sulle principali borse europee avranno però un cap del 18% nella versione Mega Cap. Quindi si terrà conto della capitalizzazione di mercato ma nessun singolo emittente potrà superare il 18% di peso all’interno dell’ETF.
Un problema che non esiste per l’altro ETF che invece ha come obiettivo proprio quello di investire nel resto del mondo al netto delle Mega Cap.
Ovviamente lo scopo di questa iniziativa di UBS è quello di cavalcare l’onda mediatica dell’eccessiva capitalizzazione di mercato (ma anche la forza) raggiunta da una manciata di multinazionali soprattutto tech. L’investitore ha ora l’opzione di modulare quanto rischio di concentrazione assumersi ricreando un indice globale ma con un peso inferiore (ma si potrebbe addirittura anche renderlo superiore) a quello attualmente incorporato in un indice Msci globale tradizionalmente replicato dagli ETF passivi in circolazione.
Purtroppo nel momento di stesura di questo articolo non dispongo della scheda mensile di UBS e nemmeno Msci fornisce un dettaglio dell’indice globale Mega Cap e ex Mega Cap.
Possiamo però verificare cosa succede negli indici Msci Mega Cap ed ex Mega Cap relativi al solo mercato americano.
 
 
I pesi delle Mega Cap
Nell’indice dedicato alle Mega Cap americane Nvidia comanda con un peso del 13%, seguita da Microsoft (11%) e Apple (10%). Le prime 10 società (con JP Morgan che chiude la top ten con il 2% di peso) cubano per circa il 65% dell’ETF con il numero delle società incluse nell’indice Msci pari a 43 rispetto alle quasi 550 dell’indice Msci Usa. Tech ovviamente dominante con il 45% di peso. Il back test offerto da Msci ci dice che dal 2004 ad oggi Msci Usa e Msci Usa Mega Cap hanno realizzato praticamente le stesse performance (il 10% annuo composto). Negli ultimi 10 anni la differenza invece è stata notevole (17% vs 14%).
Passando all’altro indice, ovvero quello che investe in tutto tranne che nelle Mega Cap, anche qui abbiamo a disposizione la scheda Msci relativa alle sole azioni US.
In un confronto anche qui con l’indice Msci dal 2004 mostra una leggera differenza di circa mezzo punto percentuale all’anno di rendimento rispetto al più performante Msci Usa. Negli ultimi 10 anni rinunciare alle Mega Cap ha portato ad una sottoperformance di oltre due punti e mezzo percentuali di rendimento.
Naturalmente il numero delle società qui supera le 500, tutte con un peso sotto al 1% e una maggior diversificazione settoriale. Industriali al 18%, seguiti da tech e finanziari al 16%.
Al futuro l’ardua sentenza se il processo di ritorno verso la media si realizzerà zavorrando la performance di società che stanno indubbiamente determinando nel bene o nel male le sorti dei principali indici azionari, oppure no. Gli investitori da oggi possono fare le loro scelte strategiche.