Dividendi oppure cedole, questo è l’eterno dilemma che accompagna l’investitore che ha deciso di vivere di rendita con i risparmi opportunamente investiti in strumenti finanziari che hanno come sottostante azioni oppure obbligazioni.
Se l’azionario classico vede nelle azioni ad alto dividendo un riferimento, in realtà trovano spesso spazio nelle asset allocation del ventunesimo secolo strumenti alternativi che non sono azioni ma nemmeno obbligazioni, i Reits.
Reits e Obbligazioni High Yield: le caratteristiche
I Reits fanno parte della categoria alternativi ed erroneamente vengono spesso considerati azioni immobiliari. In realtà sono prodotti differenti, con precise regole (come ad esempio quelle di essere obbligati a distribuire una ampia fetta di utili sotto forma di dividendi), regole che differiscono tra l’altro tra Paese e Paese. I Reits americani sono i più liquidi e diffusi e per questo rappresentano la quota di maggioranza di ogni ETF che investe nel settore del Real Estate globale.
Le obbligazioni High Yield invece sono titoli emessi da società private con un rating non eccelso; come i Reits offrono ricche cedole periodiche ai propri investitori proprio per il maggior premio per il rischio richiesto dal mercato. Attraggono per il generoso flusso cedolare e per essere associati alle obbligazioni (di fatto lo sono) pur avendo però volatilità da azionario e garanzie non certamente da titolo di stato.
Ho così deciso di prendere due strumenti globali che investono in Reits globali e obbligazioni High Yield globali per vedere chi ha offerto le migliori prestazioni a distanza di 5 e 10 anni.
Reits e Obbligazioni High Yield: performance a confronto
Per farlo ho analizzato i dati di iShares Developed Markets Property Yield e iShares Global High Yield Corporate Bond la cui profondità storica garantisce il risultato.
Negli ultimi 10 anni l’obbligazionario ad alto rendimento ha vinto con una performance del 50% contro il 33% dell’immobiliare. Tradotto in rendimenti anni già al netto dei costi dei prodotti, si tratta di un rendimento annuo composto del 2,8% per i Reits contro il 4,1% dei bond High Yield, oltretutto con i primi che hanno una volatilità di 10 punti percentuali più alta.
A 5 anni le distanze si annullano con i Reits che realizzano un 5,7% di rendimento annuo, circa 1 punto percentuale sopra gli High Yield, ma con volatilità sempre molto superiore.
Dal punto di vista del flusso cedolare non sembra esserci partita. Gli High Yield bond hanno restituito oltre il 5,5% di dividend yield nell’ultimo anno contro il poco più del 3% dei Reits.
Con il premio per il rischio a livelli storicamente molto bassi, come anche le percentuali di default, per gli High Yield bond potrebbe essere stato spremuto il massimo rendendo irripetibile la recente stagione.
I Reits potrebbero trarre giovamento dall’avvio di una politica espansiva sui tassi da parte della FED approfittandone per recuperare terreno.
Tutte ipotesi senza grandi fondamenti previsivi, ma un fatto è certo, la mean reversion a favore dei Reits nell’ultimo lustro ha cominciato a lavorare ma la strada per rendere l’immobile più redditizio di un’obbligazione spazzatura è ancora lunga.