Esiste un ETF che investe in società molto particolari che nell’ultimo anno ha ottenuto una performance di molto superiore a quella di uno strumento generalista che investe in azioni internazionali. Stiamo parlando dell’Invesco Global Buyback Achievers.
Un 2021 all'insegna della sovra-performance in Borsa
I 17 punti percentuali di overperformance messi a segno alla data del 31 maggio da questo ETF hanno preso consistenza soprattutto da novembre in avanti e questo si lega probabilmente con la migliore visibilità che hanno avuto le società sul progressivo ritorno degli utili aziendali grazie all’avvio del piano di vaccinazione su scala globale.
La strategia dell’ETF è quella di replicare l’indice Nasdaq Global Buyback Achievers, ovvero i titoli azionari internazionali che avviano programmi di riacquisto dei titoli azionari per motivi finanziari.
L'indice è composto da azioni di società di tutto il mondo, inclusi gli Stati Uniti, emesse da società che hanno effettuato una riduzione netta delle azioni in circolazione pari o superiore al 5% negli ultimi 12 mesi, selezionate utilizzando criteri specifici.
Prima di vedere come e dove investe l’ETF mi sembra giusto precisare cosa si intende per buyback. Per buyback si intende il riacquisto di azioni proprie da parte di una società. Questo è una delle modalità con cui l'azienda remunera i propri azionisti in maniera alternativa al classico dividendo.
Il vantaggio dei buyback
Solitamente quando il cash a disposizione di una società è consistente, l’azienda trova più conveniente remunerare i propri soci utilizzando questo denaro per acquistare azioni sul mercato e perciò sostenere il valore di mercato visto che il volume di flottante quotato sul mercato si riduce.
Come effetto indiretto questa mossa consente ai ratio finanziari della società di migliorare, vedi return on asset (ROA) e return on equity (ROE). Anche il Price/Earning migliora (nel senso che si riduce) per effetto di un volume di utili spalmato su un numero più basso di azioni.
Acquistare quindi azioni con caratteristiche di questo tipo dovrebbe offrire potenzialmente un valore aggiunto agli azionisti anche se questo in realtà appare vero in certe fasi specifiche di mercato.
ETF sui buyback: l'extra-rendimento di Invesco
La conferma di questo arriva dalla performance total return a 5 anni dell’ETF di Invesco confrontata con un ETF generico di iShares che investe sull'MSCI World. L’overperformance delle azioni sotto buyback è infatti modesta e nell’ordine del 2% complessivo. Un vantaggio che a distanza di 3 anni rimane modesto (4%) ma che nell’ultimo anno di mercato (e di pandemia) è esploso con un extra-rendimento del 20%.
L’ETF (codice ISIN IE00BLSNMW37) è a replica fisica, con un costo di 0,39% annuo. Il fondo è a distribuzione trimestrale proprio per la sua natura di strumento alternativo a quello più celebre ad alto dividendo.
Gli Stati Uniti rappresentano l’area geografica più pesata con il 60% dell’allocation seguita dal Giappone con il 20%. A livello settoriale domina l’information technology con un quarto del portafoglio seguito dai finanziari con il 20% di peso.
Buyback: una carta per diversificare il portafoglio
In termini di tracking difference notiamo un po’ di inefficienza dell’ETF, con circa 70 punti base di differenza rispetto al benchmark probabilmente legata anche alla bassa capitalizzazione dello stesso, di poco inferiore ai 50 milioni di dollari.
In conclusione, il tema dei buyback può essere considerato una interessante alternativa per diversificare il tradizionale investimento in azioni ad alto flusso di dividendi proprio per la sua natura di orientamento alla maggior remunerazione per l’azionista.