Lo sapevate che il settore health care è stato uno dei più deludenti dell’ultimo anno? La solita narrativa che vede le azioni legate al settore teoricamente più avvantaggiate da un evento negativo, per l’ennesima volta si è rivelata fallace. Ma in pochi ve lo raccontano e quindi il sottoscritto oggi ha deciso di rivelare un’amara verità per chi ha scommesso forte sulle società Big Pharma. Anche se c’è un’eccezione. Parlerò anche di questo.
Andiamo in ordine. Alla data del 27 aprile la performance a 12 mesi del mercato azionario globale è stata di un +30%. L’indice MSCI World Health Care è rimasto decisamente indietro, portando a casa nel periodo un tutto sommato modesto +8%, dividendi compresi. Anche il settore da sempre più frizzante ed intrigante come quello legato alle biotecnologie ha deluso non andando oltre un +4%.
Il motto 'Buy on rumors, sell on news' a quanto pare ancora una volta ha fatto sentire la sua voce. Gli investitori hanno preferito guardare in prospettiva, alla capacità di creare utili in un mondo post pandemia piuttosto che andare ad acquistare in modo umorale il settore che avrebbe risolto il problema sanitario nell’immediato.
Health Care: l'eccezione firmata iShares
Come detto però c’è stata un’eccezione. Questa eccezione si chiama iShares Healtcare Innovation. L’ETF della casa americana fa parte di quella linea di tematici capaci di raccogliere in poco tempo cifre impressionanti. L’asset under management su questo ETF sfiora ormai i 2 miliardi e gli ultimi 12 mesi hanno fatto segnare un bel +25%.
Ma per quale motivo si è creata questa distorsione? Cominciamo a capire qualcosa osservando l'indice benchmark, ovvero iSTOXX® FactSet Breakthrough Healthcare che replica le società di tutto il mondo che si occupano di innovazione nel campo dei servizi sanitari globali dei mercati sviluppati ed emergenti. L’ETF è a replica fisica e dal 2016, anno del lancio, non ha mai chiuso in negativo un anno. Anche nel famigerato 2018 è riuscito a strappare un saldo positivo del 2%.
Come leggiamo dal KIID l’ETF rispecchia la performance di un sottogruppo di titoli azionari globali compresi nello STOXX Global Total Market Index che ricava entrate significative dall'innovazione sanitaria. Le società che fanno parte dell'indice devono ricavare almeno il 50% (45% per le società già incluse nell'Indice) delle loro entrate annuali da settori collegati al tema dell'innovazione sanitaria, quali farmaci generici, immunoterapia (ad esempio il trattamento con cellule staminali) e informatizzazione della sanità.
Quindi non solo farmaceutica in senso stretto, ma anche servizi alla sanità. Forse il segreto del suo successo sta proprio qui. I vaccini ed i farmaci da anni hanno prezzi tutto sommato rigidi per la forte concorrenza sul mercato, ma la tecnologia e i servizi collegati hanno un più elevato valore aggiunto. Elemento aggiuntivo degno di nota su questo ETF quello legato al filtro ESG sui titoli che entrano nel paniere.
Ovviamente l’America fa la parte del leone con quasi il 70% di peso all’interno del fondo seguito con pesi attorno al 5% da Giappone, Cina e Corea. Eccellente per un fondo tematico la tracking difference rispetto al bencmark, attorno a 20 punti base.
Estremamente diversificato il portafoglio, con le prime 10 società che rappresentano il 17% del totale. Anche le aree di business abbracciano il settore a tutto tondo. Novocure ad esempio è attiva nel settore oncologico, Nuance nell’intelligenza artificiale, Natera nella diagnostica prenatale.
Un ETF che ha saputo quindi battere (e non di poco) il suo settore originario di appartenenza ma anche il mercato azionario nel suo complesso. Pur con tutte le precauzioni del caso, che ricordiamo sempre quando trattiamo i tematici, un’area da tenere presente in termini di forza relativa espressa.