Si arricchisce la gamma degli ETF obbligazionari dedicati ad alcune aree economiche emergenti ben precise. E così dopo l’infornata degli ultimi anni di ETF che cercano di favorire l’accesso degli investitori al mercato dei bond indiani e cinesi, arriva anche il momento dell’Arabia Saudita, potenza non solo economica come leader nell’estrazione e vendita di petrolio, ma a quanto pare anche calcistica vista la recente assegnazione di sede dei mondiali di calcio 2034.
Tornando però al mondo della finanza, State Street ha recentemente lanciato il primo ETF che investe in obbligazioni arabe attraverso il SPDR JP Morgan Saudi Arabia Aggregate Bond UCITS ETF.
Con un costo non elevato per la categoria degli ETF obbligazionari emergenti (0,37%), questo strumento domiciliato in Irlanda permetterà all’investitore di replicare un indice la cui performance è determinata da obbligazioni liquide governative e quasi governative denominate in USD e di obbligazioni governative Sukuk denominate in SAR emesse dall’Arabia Saudita.
Quindi c’è un mix di local currency e di hard currency con titoli che verranno replicati fisicamente (con campionamento) dal gestore.
ETF bond sauditi: i dettagli di questo prodotto
SPDR purtroppo non ci indica nella scheda mensile il peso valutario, ma offre comunque una panoramica delle metriche essenziali dell’ETF ovviamente esposto al 100% al debito saudita con un rating medio di A+. Il debito sovrano rappresenta la quota più rilevante con l’86% di peso.
Oltre 50 titoli compongono l’ETF per una duration media di 7 anni per un rendimento a scadenza del 5,3%. Tra i primi titoli troviamo un Sukuk con scadenza 2034 che da solo si prende l’8% del portafoglio, ma ne troviamo altri quattro nella top ten.
I Sukuk formalmente sono dei certificati d’investimento conformi alle regole della Sharia, la legge islamica che proibisce ogni forma di prestito a interesse. Solitamente strumenti simili alle obbligazioni (ma non uguali) finalizzati a riconoscere al proprio investitore un valore generato da un progetto sottostante.
Rimando a questo articolo pubblicato dagli autori di investire.biz per ulteriori approfondimenti: Sukuk: cosa sono e come funzionano i bond della finanza islamica.
Con questo strumento obbligazionario naturalmente SPDR si mette in pole position per raccogliere denaro non solo da investitori retail, ma anche istituzionali che vogliono avere accesso ad un mercato così di nicchia ma dalle promesse redditizie.
Attenzione però alla duration particolarmente lunga ed allo spread denaro lettera dello strumento che potrebbe risultate in futuro un fattore penalizzante se le masse amministrate non dovessero decollare. L’effetto valutario appare neutro stando alle oscillazioni contenute della valuta locale, il SAR (o Riyal saudita) sempre contenuto nel rapporto con il dollaro americano tra 3,74 e 3,76 negli ultimi 5 anni.