Quali risultati si sarebbero ottenuti negli ultimi 30 anni investendo in un ETF che replica l’andamento di tutte le azioni americane quotate escludendo le 500 big appartenenti all’indice S&P 500? Questa risposta la offre un singolare ETF quotato solo negli Stati Uniti ed emesso da Vanguard alla fine del secolo scorso.
In un filone che nel corso degli anni si è sempre più consolidato con l’emissione di tanti ETF “ex”, ovvero che escludono qualche pezzo di mercato, la società fondata da Jack Bogle all’epoca decise di mettere a disposizione degli investitori un fondo passivo che potesse rappresentare un’alternativa all’indice più famoso del mondo e di cui SPDR è stata la prima nella storia a lanciare un ETF con il celebre ticker SPY.
Azioni USA ex S&P 500: le performance
Dal 1995 a oggi la sfida è stata vinta dalle large cap più famose del mondo con un non irrilevante +1520% che il Vanguard Extended Market Index Investor, questo il nome dell’ex di turno, non ha nemmeno avvicinato con un +1240% decisamente meno performante. Ma come sempre è questione di quando queste rilevazioni vengono fatte.
Se ad esempio fermassimo l’orologio al dicembre 2021, VEXMX, questo il ticker del singolare fondo di Vanguard, avrebbe vinto la sfida stando praticamente sempre davanti nei 20 anni precedenti. Questo ci conferma un elemento molto importante. La crescita dell’indice S&P 500 a capitalizzazione trainata dalle prime sorelle per peso dell’indice stesso (le celebri sette) è stata unica e fondamentale nello scavare questo divario.
I tanti ETF che escludono, gli "ex"
Questo parallelo non può non richiamare alla mente i vari fondi che escludono aree geografiche dal loro computo. Di recente sono nati diversi indici azionari World che escludono gli Stati Uniti. In passato che escludevano Europa e Giappone. Negli ultimi anni è stato un proliferare di ETF emergenti che escludono la Cina.
Escludendo Pechino in effetti i risultati sono stati molto positivi per chi ha fatto questa scelta. Secondo i dati di Msci l’indice emergente che esclude la Cina, dal 2008 ha raccolto un eccellente 11,4% di rendimento annuo composto, quasi 2 punti sopra l’indice emergente Asia e decisamente meglio del 7,8% del classico Msci Emerging Market.
Anche l’azionario mondiale che esclude l’Europa ha saputo fornire dal 2000, dato in cui l’indice è stato creato, una over performance seppur con meno distacco rispetto al caso cinese. Infatti, è di appena mezzo punto percentuale il vantaggio che avrebbe offerto ad un investitore non possedere azioni europee in portafoglio rispetto ad un azionario all inclusive.
La personalizzazione degli indici è un qualcosa che stimola sempre la fantasia di investitori che cercano di escludere qualcosa che non li attrae o che reputano troppo rischioso oppure per motivazioni di diversificazione del rischio home bias. E oggi il mercato degli ETF è in grado di offrire un paniere di opzioni in grado di soddisfare anche i palati più esigenti.