Qualsiasi valuta che si tratti di euro oppure di dollaro americano o sterlina inglese per sua natura è improduttivo e soggetta all’erosione dell’inflazione. Non ricompensando l’investitore di nessun interesse attivo, possedere delle banconote o dei depositi in valuta, si rivela una tipologia di risparmio infruttifera e alla lunga onerosa anche in termini pratico operativi.
Solo alcune tipologie di conti valutari riconosco un interesse attivo a chi mantiene la liquidità in divisa depositata presso l’intermediario. Ma per chi non vuole aprire conti correnti valutari e nemmeno nascondere pile di banconote da qualche parte nella propria abitazione, lo strumento ideale per investire su una valuta diversa dall’euro senza correre alcun rischio di tasso di interesse è quello dell’ETF monetario.
ETF su depositi in valuta estera: zero rischio tassi
Acquistando indirettamente con l’ETF dei depositi in valuta con scadenza overnight, ovvero appena un giorno, l’investitore mantiene aperto il rischio di cambio senza avere nessuna forma di rischio di tasso come accade per le normali obbligazioni. Il 2022 ha insegnato a molti investitori cosa significa correre questo rischio.
Disponendo di dollari o sterline, acquistando questi strumenti comunque denominati in euro, l’investitore converte euro in valuta out, ma l’andamento sottostante dell’ETF riflette comunque quello della valuta in cui sono espressi i depositi oggetto dell’investimento. Quindi si possiederà un titolo scambiato in euro ma il cui sottostante è 100% valuta di riferimento.
Nelle scorse settimane è arrivato un interessante annuncio da parte di Ubs che ha deciso di lanciare sui mercati europei tre ETF overnight che investono in depositi in dollari americani, euro e sterline inglesi con un costo dello 0,1% l’anno.
A replica sintetica gli ETF avranno come obiettivo copiare l’andamento degli indici Solactive €STR Daily Total Return index, Solactive SOFR Daily Total Return index e Solactive SONIA Daily Total Return.
Questi ETF si vanno a dire il vero ad inserire in una nicchia di mercato già presidiata da Xtrackers con strumenti analoghi. Negli ultimi 5 anni l’ETF in sterline è quello che ha ottenuto i risultati migliori con una performance total return del 19%, seguito dall’ETF in dollari con +14% e infine il celebre Xeon da 16 miliardi di euro con +7%.
La casa svizzera sta cercando di riposizionarsi sul mercato degli ETF dopo il cambio di denominazione e conseguente riduzione dei costi di alcuni strumenti che operano su mercati core e che ha portato, ad esempio, gli ETF che investono sul mercato azionario americano ed europeo a vantare spese di appena 6 punti base.
L’obiettivo con l’inserimento di questi ETF monetari è permettere agli investitori di creare asset allocation personalizzate e modulabili sulla base delle proprie esigenze e tolleranza ai vari rischi che si possono presentare quando si investe sui mercati finanziari. Anche se si tratta di fondi monetari.