Investire nel futuro della finanza vuol dire guardare non solo nel tradizionale sistema bancario che tutti conosciamo, ma anche in quelle nuove società che stanno lo stanno modificando. I bilanci delle banche europee non sono floridi da tempo, soprattutto quelli degli istituti di credito tradizionali che soffrono ormai da tempo la carenza di margine di interesse che le politiche monetarie di Fed e BCE hanno provocato.
La tradizionale pratica di prestare denaro a lungo e raccogliere a breve è venuta meno. Di liquidità le banche ne hanno anche troppa da gestire, remunerata a meno di zero dall'Eurotower. La forbice tra il tasso degli impieghi e quello della raccolta sempre più compressa ha ridotto i margini di guadagno spingendo le aziende ad investimenti più massicci nel mondo dell’intermediazione.
Fintech: numeri in previsti in crescita nei prossimi anni
Anni di bull market azionario e obbligazionario hanno aumentato la raccolta indiretta ma nuovi concorrenti sempre più aggressivi si sono affacciati sul mercato insidiando quote di mercato che sembravano destinate ad essere mantenute dal sistema bancario con una certa sicurezza. Robinhood, PayPal, Coinbase, sono solo tre nomi di società impegnate in diversi settori tutti in concorrenza con gli istituti di credito. Trading, sistema di pagamenti, criptovalute, nuove sfide che il settore dovrà affrontare su un terreno che però richiederà investimenti e flessibilità.
Le proiezioni del fintech sono molto interessanti per quello che riguarda i numeri: quasi 7.000 miliardi di dollari di investimenti digitali previsti entro il 2023, i sistemi di pagamento digitali dovrebbero superare gli 11.000 miliardi entro il 2026 e sono quasi 400 miliardi di dollari il valore che dovrebbe raggiungere la tecnologia blockchain entro il 2028.
Fintech: ecco come investire nel settore con gli ETF
Da poche settimane è stato quotato, per ora solo sul mercato americano, il Grayscale Future of Finance ETF (GFOF il ticker) investe nelle società più innovative del mondo della finanza. L'emittente ha cercato di riassumere tutto questo in un ETF che al suo interno raccoglie anche società come Fidelity, Charles Schwab, Interactive Brokers, TD Ameritrade.
Ad oggi il peso maggiore in portafoglio è detenuto da tre società del comparto come PayPal, Block e Silvergate seguite da RobinHood e Coinbase. Le prime 10 compagnie fanno quasi il 60% dell’intero portafoglio costituito da 21 aziende quotate sul mercato globale. Se gli Stati Uniti naturalmente dominano con il 65% (quota tipica da MSCI World), sono presenti anche gruppi canadesi (14%), tedeschi e cinesi (5%).
Il breakdown settoriale appare comunque ben diversificato. Il software rappresenta il 38% del portafoglio, il mercato dei capitali il 27%, l’information tech il 15% e il settore bancario l’8%. L’ETF rappresenta quindi un modo diverso di investire nel mondo della finanza con un occhio più attento all’innovazione a discapito della tradizione: uno stile growth alla ricerca dei nuovi campioni finanziari del ventunesimo secolo.