Esistono ETF che investono solo su certe società che scelgono strategie particolari di gestione finanziaria. Rigide regole impongono di far entrare nel paniere solo titoli sottoposti in un periodo specifico ad eventi di un certo tipo. È il caso della strategia di investimento che punta sulle società soggette a buyback delle azioni proprie. Uno stile adottato ad esempio dall'ETF Global Buyback Achievers di Invesco, strumento che permette di replicare già da anni con risultati interessanti questa strategia.
Qual è il lavoro di questo ETF? Replicare l'indice Nasdaq Global Buyback Achievers, ovvero quel paniere di titoli azionari internazionali che avviano programmi di riacquisto dei titoli azionari per motivi finanziari. I buyback sono quei piani di riacquisto di azioni proprie che le società decidono di attivare in alternativa allo stacco di dividendi a favore degli azionisti. Preferendo far salire il prezzo delle azioni grazie ad una costante domanda sul mercato che mira a ridurre l’offerta di azioni disponibili per gli scambi, la società cerca di mantenere adeguata la remunerazione per l’azionista.
ETF Global Buyback Achievers: le caratteristiche
Secondo le indicazioni del KID dell’ETF, l'indice è composto da titoli inclusi nell'indice NASDAQ US Buyback Achievers e nell'indice NASDAQ International Buyback Achievers. Il primo paniere è composto da società quotate sul NASDAQ Stock Market e al NYSE che hanno effettuato una riduzione netta delle azioni in circolazione pari o superiore al 5% negli ultimi dodici mesi. Il secondo composto da società non statunitensi che hanno effettuato lo stesso. Un ETF azionario internazionale quindi che cerca di investire su quelle società che hanno ridotto il flottante nell'ultimo anno.
Da un punto di vista geografico, l’America pesa come in un qualsiasi azionario internazionale per quasi due terzi del paniere di azioni. A seguire Giappone con 11% e Canada con il 9%. Inclusi anche i Paesi emergenti, come testimonia il 4% del Brasile. La ripartizione settoriale è piuttosto variegata. I finanziari occupano il 20%, seguiti da consumi discrezionali e farmaceutici al 16% e 14%. Poi viene l’energy, con la tecnologia che copre appena il 6% del totale. Indubbiamente un paniere di azioni value che può essere alternativo a indici tradizionali molto sbilanciati sul tech.
Nomi importanti e conosciuti come Roche, SoftBank, Vale e Comcast compongono le prime quattro società per peso, comunque mai superiore al 5% per singola azione. Questo assicura all'ETF un'adeguata diversificazione.
Un ETF tematico della solide performance
Dopo aver fatto una descrizione delle caratteristiche salienti dello strumento di Invesco, andiamo ora a fare un confronto lato performance tra l'ETF e un tradizionale azionario mondiale. Lanciato nel 2014, grazie alla sua storicità l'ETF di Invesco ci permette di avere un metro di confronto piuttosto ampio. Obiettivamente se la gioca in un testa a testa con l’equity mondiale. Ad esempio a 3 anni il +45% dell’Invesco Buyback supera il +38% dell’azionario globale rappresentato da iShares Core World (dati al 14 ottobre 2023). A 5 anni ritorna sopra l’azionario mondiale (+67% vs +65%). Dal lancio è pari e patta sia come performance (+138%) che come volatilità annua (16%).
Un ETF questo Invesco Buyback che può essere utilizzato come tassello tematico alternativo all’azionario mondiale anche per la sua composizione / settoriale di stile che vanta certamente un profilo più value rispetto ai tradizionali benchmark mondiali. Diversificato e nemmeno così caro (0,39% le spese correnti), chi vuole sposare questa strategia troverà in Invesco Global Buyback un ETF di sicuro interesse e soprattutto rodato.