Novità geografica in arrivo nell’universo degli ETF europei con il lancio da parte di Franklin Templeton di uno strumento a replica passiva dell’indice azionario dell’Arabia Saudita. ETF già presente sul mercato con attori del calibro di iShares e Invesco, Franklin ha deciso di giocare la sua sfida su un doppio campo. Quello dei costi, l’ETF costa 0,35% all’anno contro lo 0,5%/0,6% degli altri due competitor, e quello dell’indice benchmark. Che per Franklin sarà il FTSE e non Msci.
Le differenze però non finiscono qui visto che uno dei problemi principali di questi indici è l’elevata concentrazione su poche società. Se iShares e Invesco utilizzano indici Msci Saudi Arabia 20/35 capped, Franklin andrà sul FTSE 30/18.
Ma cosa significano questi numeri? In pratica l’ETF potrà avere al suo interno la prima società per peso fino al raggiungimento massimo del 35% con Msci e il 30% con FTSE, ma quelle società che seguono in termini di capitalizzazione di mercato non potranno superare la quota percentuale del 20% per Msci e del 18% per FTSE.
L’ETF di Franklin Templeton ha quindi una concentrazione minore, seppur comunque considerevole se andiamo a vedere quanto assorbono le top 10 (62%), e un numero di società in portafoglio maggiore rispetto agli altri due ETF (64 contro 43).
ETF per investire in Arabia Saudita: non solo società petrolifere
Per chi pensa ad un ETF molto concentrato sulle società petrolifere si sbaglia. Sono i finanziari i titoli più pesati all’interno del fondo con un peso che sfiora il 40%. Materials al 17% e petroliferi al 10% completano il podio dei settori. Petroliferi oltretutto rappresentati praticamente da una sola società come Saudi Arabian Oil (Aramco) con il 9%, mentre il primo titolo è Al Rajhi Bank con il 12%. Leggermente più alti i pesi dei singoli titoli sugli ETF con sottostanti gli indici Msci. Aramco al 10% e Al Rajhi Bank al 14%.
L’indice arabo ha una valutazione di rapporto prezzo utili di 18 con un rapporto tra prezzo e valore di libro di 2,3. Il ritorno percentuale dell’indice arabo a 5 anni è stato eccellente. Le Borse mondiali hanno raccolto quasi il 12% annuo, la borsa araba il 10,5% (dati fonte FTSE al 30.11.24).
Si arricchisce comunque l’offerta degli ETF geografici regionali con un Paese considerato formalmente emergente come l’Arabia Saudita che potrà essere utilizzato dagli investitori amanti delle singole scommesse come ulteriore tassello da aggiungere alla lista dei numerosi mercati azionari regionali oggi acquistabili dal piccolo investitore.