I rendimenti obbligazionari in Europa sono saliti grazie alla BCE e alla sua politica di rialzo dei tassi. Abituati come siamo stati fino a pochi mesi fa all’innaturale tasso di interesse negativo la salita appare vertiginosa ma effettivamente i tassi tedeschi a 2 anni sono tornati ai livelli del 2008. I rendimenti reali, a differenza di allora, sono però decisamente negativi e quindi poco remunerativi per coloro i quali sono alla ricerca di investimenti redditizi.
Non è detto però che l’inflazione rimanga su livelli così sostenuti anche per i prossimi 2-3 anni e le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo. Il rallentamento dell’economia innescato dall’aumento del costo del denaro necessario per contrastare l’inflazione, sarà un fattore che inevitabilmente dal 2024 in avanti costringerà le banche centrali a ragionare su possibili tagli nei tassi di interesse di fronte ad un possibile evento di recessione. E ora che i fallimenti bancari rischiano di accellerare lo stress economico, non è escluso che una politica più accomodante arrivi prima del previsto.
Già oggi il cosiddetto free risk, le obbligazioni di altissima qualità, stanno tornando di attualità con i rendimenti, comunque ancora interessanti, che stanno già ripiegando.
Investire sui bond di qualità con un ETF
Per questo motivo oggi vorrei parlare di un ETF emesso da VanEck (iBoxx EUR Sovereign Capped AAA-AA 1-5). La descrizione dello strumento dice già molto in quanto, per un costo annuo dello 0,15%, si ottiene un'esposizione ai titoli di stato europei con merito di credito più alto, scadenza massima 5 anni e un cap nella massima esposizione ad un singolo Paese. Lo strumento distribuisce ogni tre mesi dei dividendi.
Andando a verificare la composizione ci accorgiamo che investendo su questo ETF si acquistano 15 obbligazioni spalmate a livello geografico tra Francia (30%), Germania (26%), Belgio (18%), Olanda (15%) e Austria (11%). Come possiamo notare non ci sono i famosi PIGS, ovvero i paesi del Sud Europa tra cui l’Italia e la Grecia.
Il KID classifica a 2 il livello di rischio dello strumento. Corretta questa etichetta in quanto il rischio 1 viene attribuito solo ai fondi monetari. In questo caso non è tanto il rischio emittente (inesistente), quanto quello di oscillazione dei prezzi per effetto dell’aumento dei tassi a generare minori certezze per l’investitore.
Nel 2022 il fondo è arrivato a sfiorare una perdita del 10%, ma dobbiamo guardare avanti e soprattutto i rendimenti che sta incorporando oggi l’ETF. Con una duration di 3,5 (questo significa che per ogni punto di rialzo dei tassi di mercato si perde all’incirca il 3,5%), il rendimento a scadenza del portafoglio è di poco sotto al 2,5%. Numero al lordo delle commissioni di gestione, dell’imposta di bollo e delle tasse italiane (12,5% per titoli di stato) che però ci porta diretti ad un rendimento netto poco sotto al 2%.
Investire sulle scadenze intermedie europee più sicure può essere, oggi che non siamo lontani dal picco nei tassi ufficiali BCE, un buon modo per impiegare risparmi in eccesso parcheggiando il denaro ad un interessante livello di remunerazione. Questo ETF sintetizza questi concetti in unico prodotto a basso costo.