Sui ribassi si compra, questo è quello che si dice solitamente quando le borse regalano generosi sconti sui prezzi provocati da eventi imprevedibili e quindi inattesi. Ma questa regola vale anche per qui titoli bancari americani che hanno subito uno dei peggiori ribassi dal tempo del Covid e prima ancora della crisi del 2008 e del 1998?
Il grafico dell’indice KWB Bank Index americano è eloquente. Stiamo vivendo una fase che ha bruciato in un mese solo un quarto della capitalizzazione di borsa dei bancari americani. Se l’emorragia provocata dal fallimento di Silicon Valley Bank dovesse essere terminata, ci sarebbero già oggi anche dal punto di vista tecnico tutte le condizioni per la ripartenza. Il KWB Bank Index include 24 delle più importanti banche americane ed è uno dei più datati indici specializzati a livello settoriale essendo nato nel 1991.
L’indice ha la caratteristica di essere più “puro” rispetto ad altri indici sempre del settore finanziario. Dal KWB Bank vengono escluse infatti quelle banche d’affari come Goldman Sachs, ma anche entità finanziarie come Berkshire Hathaway.
SVB, Signature, First Republic Bank sono (o per alcune sarebbe meglio dire erano) comprese all’interno di questo indice e perciò abbiamo una chiara idea dello stress che sta avvolgendo l’intero mondo del credito bancario a stelle e strisce.
Banche USA in difficoltà: focus sulla curva dei rendimenti
La presenza di diverse banche regionali ha amplificato una caduta che, seppur più lentamente, è già in essere dalla fine del 2021. L’aumento dei tassi di interesse paradossalmente sembra aver fatto male alle banche. E la cosa appare anche logica osservando l’inclinazione della curva dei rendimenti, oggi invertita.
Le banche guadagnano raccogliendo a breve e prestando a lungo. Ma se la curva è invertita con rendimenti a lunga più bassi di quella a breve, i margini di guadagno si riducono e i rischi aumentano. Ecco spiegata una dinamica che ha accelerato verso il basso con la crisi delle banche californiane.
Con un rapporto prezzo utili scivolato ampiamente sotto quota 10 e un calo mensile del 25% ci si chiede se questa non possa rappresentare un’opportunità di ingresso. La domanda è legittima anche se il minimo Covid è ancora distante un buon 20% rendendo quindi non necessariamente finita questa fase di pressione ribassista.
La prima rete di protezione calata da Governo e banca centrale americana rappresenta una prima pezza ad una ferita, anche di fiducia, che le banche dovranno riguadagnarsi. Certamente i precedenti storici di ribasso con queste caratteristiche così drammatiche invitano quanto meno a tenersi pronti all’azione.
In Italia non è possibile investire direttamente su questo indice (esiste invece in America un ETF di Invesco). Ci sono diversi ETF che replicano gli indici S&P500 e Msci Financial, ma sicuramente quello più correlato al KWB Bank Index è iShares S&P US Banks protagonista anch’esso di un drammatico calo mensile superiore al 25%.
Se quello visto è l’apice del pessimismo questo ETF potrebbe rappresentare una interessante sorpresa di stile value per la seconda parte del 2023.