La lettura del sempre interessante report annuale sul mondo degli ETF di Brown Brothers Harriman ci permette di fare un punto sull’attuale situazione del mondo degli strumenti a replica passiva. La crescita che si concentra sull’andamento di mercato in USA, Europa e Cina, sembra essere inarrestabile.
Superati i 10.000 miliardi di dollari di masse gestite con l’impressionante dato americano dove per ogni dollaro investito in fondi a gestione attiva ce ne sono tre che vanno in ETF. America che capeggia la classifica per masse con oltre 7.000 miliardi di AUM, seguiti Europa (1.600 miliardi) e Cina (270 milioni).
ETF: verso un maggior interesse per tech e criptovalute
I 386 operatori intervistati da BBH sono stati equamente rappresentati da investitori istituzionali, financial advisors e gestori di fondi. Nel 59% dei casi gli operatori hanno confermato di avere più del 25% dei portafogli investiti in strumenti a replica passiva. Tra i punti chiave rivelati nell’indagine sicuramente la coralità di risposta a quanti degli operatori aumenteranno nell’85% dei casi la loro esposizione a ETF.
In aumento la richiesta di ETF “attivi” che hanno rappresentato il 10% delle nuove masse raccolte: il 78% dei rispondenti al questionario aumenterà la presenza di questi strumenti in portafoglio. È poi emersa la volontà degli operatori di aumentare l’esposizione agli ETF obbligazionari nel 2022: l’86% procederà in tal senso.
Il 38% degli operatori specializzati prevede di dedicare una fetta importante di portafoglio compresa tra il 10% e il 20% a ETF tematici nei prossimi cinque anni. La tecnologia e i temi ad essa collegati fanno la parte del leone, ma l'attenzione è rivolta anche al mondo crypto: il 54% prevede di inserire il tema criptovalute nei portafogli.
ETF: tematica ESG sempre più presente nei portafogli degli operatori
Nove operatori su dieci investiranno in prodotti ESG e oltre la metà si orienterà verso ETF. In Europa il fenomeno appare più marcato che altrove, con la preferenza verso questi strumenti per il 47% degli intervistati. Curioso notare come sta prendendo sempre più piede una certa modellizzazione nella costruzione dei portafogli. Di fatto una gestione attiva fatta con strumenti passivi ma che un terzo degli operatori adotta grazie a input che arrivano direttamente dalle case di gestione degli ETF: per un quinto degli intervistati la scelta ricade invece su terze parti che fanno consulenza specifica su questo tipo di attività.
Chiudiamo con i criteri di selezione degli operatori che vedono la capitalizzazione del fondo come il punto cruciale. Il 41% degli intervistati sceglie ETF con masse sopra i 100 milioni di dollari e l’11% che preferisce alzare l’asticella a 250 milioni di dollari. Il 2022 del mondo ETF appare ancora radioso stando alle preferenze degli operatori professionali.